2 parti in 1 volume in-folio (mm 324x226). Pagine [30], 2 bianche, 204, [4]; 187, [1] (contenente Ferramentorum, quae vario, prout casus tulit, ordine delineata, haec series erit), [17] + 9 splendide tavole di strumenti chirurgici e ortopedici incise in rame in fine della prima parte. Frontespizio in inchiostro rosso e nero con grande marca tipografica incisa in legno, ritratto dell'Autore e di Pietro de Marchetti calcografici, testatine, capilettera e finalini xilografici. Un angolo ricostruito e qualche sporadica macchiolina ma bell'esemplare con le tavole in fresca e nitida tiratura. Legatura coeva in pergamena con dorso rinforzato da pergamena antica e titoli manoscritti. Punte stanche e qualche piccola macchia ai piatti. Molte glosse di antica mano al testo.
Rara edizione di questo importante testo di chirurgia che descrive tecniche per il tempo innovative, stampato per la prima volta nel 1617 e di tale diffusione che se ne contano ben 25 edizioni in latino nell'arco di 50 anni. Di notevole pregio le belle incisioni realizzate da Giovanni Giorgi, in particolar modo le due tavole che raffigurano la «macchina di ferro, simile ad un uomo armato» fatta costruire dall'Autore «per raddrizzare le membra corrispondenti del corpo nostro, se malamente piegate, o distorte, e ristituirle al sito lor naturale». Cfr. Cushing F9; Walleriana 2890; manca a Heirs of Hippocrates (che descrive l'ed. Bolzetta 1641).