Manoscritto pergamenaceo in-4° (mm 217x160). Carte 1 bianca, 20, 21-24 numerate da mano seicentesca, 3 bianche. Testo in inchiostro bruno, titoli e capilettera in oro, vergato fino a carta 18r da un'unica mano tardo cinquecentesca, con correzioni, aggiunte e cancellature posteriori. Alle carte 18v-20r si hanno aggiunte del 1637 e del 1643 (Capitolo XXXI) e fra le originarie carte 20 e 21 (bianca) è stato inserito nel 1764 un fascicolo di 4 carte (cartolato a mano 21-24) con il Capitolo XXXII. Legatura cinquecentesca in piena pelle montata su assi di legno con fermagli e ferri, riccamente decorata con impressioni in oro ai piatti.
Interessante manoscritto con lo Statuto della Compagnia di San Sebastiano in Camollia a Siena, articolato in XXXII capitoli, compilato fra la fine del Cinquecento e il 1764. La prima parte dello statuto è stata trascritta sul finire del XVI secolo, probabilmente in seguito a una revisione dei suoi capitoli stando a quanto si legge a carta 17v: «non apporterà meraviglia, se la [...] Compagnia nostra, eretta già vel circa Secento anni, le sia occorso tal hora per opportune cagioni, fabricar nuovi Capitoli, e riformar delli Antichi, si come ha seguito quest'anno '1664'», dove 1664 copre un testo abraso con una data precedente (a carta 1r si afferma infatti che la Compagnia «hebbe origine, e principio [...] Lì Anno del mille»). Uno dei capitoli regola l'uso e la conservazione dello stendardo o Gonfalone per le processioni della Compagnia, definito «gemma sopramodo bella»: si tratta del famoso San Sebastiano della Galleria Palatina, che era stato commissionato al Sodoma nel 1525.