Manoscritti a inchiostro nero. 3 bifoli. 10 pagine scritte in totale, su carte con stemma del Santo Padre. La lunga lettera del 2 luglio 1916 è probabilmente acefala. Conservazione molto buona. Buste conservate. Dimensioni: 235x175 mm.
“[…] riguardo al buon Francesco Magnico […] di a Lei tutte le facoltà necessarie per ordinarlo quando Ella crede. Della sua vocazione non ho mai avuto dubbio; soltanto mi ha trattenuto la sua deficienza scientifica […]. Mi rallegro per la buona figura fatta da Bologna nella sottoscrizione pei danneggiati dal terremoto […]” (8 febbraio 1915). Nella lettera si parla di Cesare Algranati, giornalista conosciuto come Rocca d’Adria, ebreo convertito al cattolicesimo. L’uomo era solito firmare articoli antiebraici, spesso velenosi e calunniosi, anche per alimentare il pregiudizio razziale: “Faccio plauso all’ammonimento da Lei dato a Rocca d’Adria: l’odirna pubblicazione di analoga censura sull’Unità Cattolica speriamo abbia finito per aprirgli gli occhi […]. Non capisco a che cosa alluda e da chi riceva i foglietti […]. Io posso affermare che cosifatti foglietti non partono da Vaticano […]. Mi farebbe anzi piacere di scoprir terreno, perché non nego che un Prelato – ora completamente allontanato dal Vaticano a inspiratore di giornali ebrei, potrebbe essere che avesse ingannato anche Rocca d’Adria […]” (29 settembre 1916) La lunga lettera del 2 luglio è relativa anche al Convegno Generale indetto dalla Giunta Diocesana di Bologna.