Manoscritti a inchiostro nero. Dimensioni varie.
“Grazie, caro Rubetti, del suo saluto che mi giunge sotto la forma di una dolente liricà Perché tanto dolentè […] Ella è sempre molto giovine; si faccia cuore […]. A ventinove anni io non ero buono a scrivere […] una lettera che avesse garbo; poco tempo dopo scrissi quelle arcifamose Foglie che, o bene o male, mi fruttarono fama di un prosatore da non cacciarsi tra gli ultimi […]” (21 ottobre 1910). “In questo momento sono turbato da così gravi affari di famiglia che mi è assolutamente impossibile occuparmi d’altro […]”.