2 opere in 1 volume in-4° (mm 223x150). Pagine 200, [8]. LEGATO CON: Bulla santissimi domini nostri Pauli Papae Quinti per quam conceditur facultas Equitibus Militibus Sacra, & Illustrissima Religionis Divi Stefani, ut etiam uxorati, & bigami, & in habitu Equestri non Clericali incedentes, ampliando Indultum Sixti papa Quinti... Florentiae: Apud Bartholomeum Sermartellium & Frates, 1608. Pagine [16], [2] con l'errata corrige dell'opera precedente, [7] carte manoscritte da mano seicentesca con spese e rendicontazioni. Stemma mediceo al frontespizio, marca dello stampatore in fine e bei capilettera popolati incisi in legno. Esemplare con lievissime bruniture e sporadiche arrossature, con difetti soprattutto al frontespizio, ben completo seppur con la carta di errata della prima opera legata in fine. Legatura moderna in pergamena antica, con titoli miniati da mano novecentesca al piatto anteriore in oro, blu, verde e rosso e dorati su tassello al dorso. Minime mende.
I OPERA: Bella e interessante copia degli Statuti dei Cavalieri di Santo Stefano, resa pregevole dalla graziosa miniatura al piatto anteriore, dalle fitte postille di mano coeva che accompagnano tutto il testo e dalle ultime 7 carte, interamente manoscritte. Dopo una serie di notazioni di carattere economico, nell'ultima carta si trova il racconto vergato dall'«Avocato Salvini» della visita di Ferdinando II a Pisa nel febbraio 1621 in compagnia della madre Maria Maddalena d'Austria e dalla nonna Cristina di Lorena, che dalla morte di Cosimo in quello stesso febbraio 1621 lo affiancavano nel governo del regno insieme a un Consiglio di reggenza: «Adì 17 febb. 1621 ... vennero in Pisa per gra. di Dio il Ser.mo G. Duca Ferd. II colla ... madre et Ser.ma Cristina ... doppo essere state tanto desiderate da tutta la città». Gamba 1660 nota. II OPERA: Prima edizione di queste concessioni papali a favore dei Cavalieri di Santo Stefano.