Penna e inchiostro bruno (r). Penna e inchiostro bruno, matita di grafite (v). Sottile carta bianca con vergelle e filigrana "stemma con torrione merlato su lettere CFB". mm 310x425. Complesso foglio contenente vari studi ed alcune iscrizioni. Al recto nella parte sinistra compare uno studio, dall'impostazione si direbbe per un soffitto, con apoteosi della croce. Nella parte destra in alto Mosé ed il serpente di bronzo, ed in basso una scena allegorica con l'iscrizione "La sovrana potestà assistita dal / la Giustizia premia la virtù / castiga il vizzio". Al verso nella parte sinistra si osserva il progetto a matita di grafite per un monumento con leone accucciato e figura femminile in piedi ripassata a penna e inchiostro bruno. Compaiono dei conti, poi in alto la scritta in obliquo "Ma che virtù? / e se virtù non si trova / virtù è quella sol / che diletta e giova" battuta pronunciata da Iarba, re dei mori, alla settima scena del primo atto della Didone abbandonata, l'opera del Metastasio rappresentata per la prima volta a Napoli durante la stagione carnevalesca del 1724. Nella pagina di destra due scene centrali e tre schizzi nuovamente per una scena allegorica, in alto si ripete, leggermente modificata, l'iscrizione già presente al recto "La sovrana potestà / assistita dal Consiglio e / la Giustizia, premia / la virtù, ed abbatte / il vizzio".
Mancanza reintegrata in basso a destra. Piega verticale centrale.