In-8° (mm 163x100). Carte 211, [9]. Marca tipografica in legno al frontespizio e in fine, e numerosi capilettera, anch'essi xilografici. Esemplari con lievi, uniformi bruniture, alcune sporadiche macchie e altre minimi difetti. Annotazioni manoscritte, alcune delle quali cassate, al frontespizio e ai contropiatti. Bella legatura coeva, parigina o lionese, in piena pelle marrone con dorso a 5 nervi, cornice di filetti concentrici a secco, ferri angolari gigliati in oro e ferro centrale dorato a motivo fitomorfo ai piatti. Minimi difetti alle cerniere.
Terza edizione con il commento del celebre bibliofilo Benoit Le Court di quest'opera che descrive, con uno stile che riproduce la lingua ufficiale del tempo, i processi di una finta corte, il Parlamento d'Amore, in cui sono discusse tutte le cause giudiziarie relative al tema, che si concludono con arresti senza appello: gli arresti d'Amore. L'Autore, che fu uomo di legge oltre che poeta, finge di fornire il verbale dei processi descrivendo numerosi casi con i relativi contraddittori tra le parti. Un elemento di particolare interesse risiede nel realismo del dettaglio, ma anche nei tratti umoristici e nella maniera in cui si svolge la narrazione. Il quadro giuridico in cui si inseriscono gli Aresta ha in seguito fatto sì che il giurista Benoit Le Court scrivesse questo erudito commento in cui cita fonti antiche e moderne, tra cui Valla, Bembo, Budé e altri. Adam M-686; Cfr. Brunet III, 1483-84.