Manoscritti a inchiostro nero. Due “Cartes postales” inviate da Rue de Carmes 5, scritte 2 pagine. Fori di raccoglitore. Dimensioni mm 90x140.
“Mio caro, La guardia medica di Jahier [Piero], i sonetti plebei [di Giovanni Papini], l’atrocità blanda dell’una cosa e l’insolenza e la trivialità dell’altra, son forme d’arte. Possiamo accoglierle o rifiutarle. Bada ch’io faccio un tuo ragionamento. Ma condannarle, anche il […] Lanson [Gustave] m’insegna così.E poi voglio bene a Jahier. Ho ricevuto una sua lunga lettera l’altro giorno. Perché non mandi niente te, alla Vocè Peguy [Charles] e Claudel [Paul] almeno sono compagni degni. […] ho appuntamento con Peguy, al quale consegnerò io il tuo “Montignoso” […] Lo Spaventacchio dunque sarà edito dalla Voce. E a Puccini [Casa editrice], nel medesimo tempo, potresti dare Sion [Rosa di] e Farida […] Tuo Ungaretti”. “Peguy […] mi conduce nella retrobottega della sua libreria, ch’è la sua cella di lavoro […] Guarda il tuo libro e poi mi fissa e mi ascolta parlare. “Ho conosciuto molti italiani. Voi avete l’istinto del francese” mi dice. E Pea…il suo un vero vaticinio. C’è “Montignoso” di mezzo? E mi dice: “Voi verrete spesso a trovarmi […] Ci venga e mi chieda quel che vorrà sapere […]”. E mi ha stretto la mano, mi ha scosso il braccio colla sua violenza d’uomo robusto. Rivedrò Peguy […] Buon anno di nuovo. Tuo Ungaretti”.