In-4° (mm 235x165). Carte [2]. Lievi, uniformi bruniture e piccole fioriture sparse. Brossura editoriale con titoli al piatto; piatti parzialmente staccati, con fioriture e strappetti marginali.
Giovane studente del prestigioso Collegio Cicognini di Prato, Kurt Erich Suckert (poi Curzio Malaparte) rivelò presto il suo talento per la letteratura; quando un illustre personaggio visitava l'istituto, infatti, era lui che ci si rivolgeva per un adeguato benvenuto. Così accadde nel 1911 con Sam Benelli e, nel 10 maggio 1914, con Giovanni Marradi, letterato livornese e poeta di cultura risorgimentale. «Dell'ode A Giovanni Marradi restano pochissimi esemplare di una plaquette stampata a cura dello stesso Collegio, un pezzo che oggi farebbe la gioia dei collezionisti malapartiani più incalliti. [...] perché permette di intravedere in Suckert adolescente alcuni di quelli che saranno i tratti caratteristici del suo personaggio degli anni a venire. In questi versi si coglie un Suckert [...] che ha in Benelli e nel suo medievaleggiante poetare un modello di riferimento [...]. E in chiusura, in quell'accenno mistico all'ulivo, si coglie una leggera enfasi dannunziana e una certa eco della Sera Fiesolana, che il Vate compose nel 1899 [...] un rapidissimo passaggio come se Suckert non volesse far capire che per il Vate aveva comunque una certa ammirazione.» (Lucarelli N., L'esordio poetico di Malaparte al Cicognini, in «Prato Storia e Arte», dicembre 2020, pp. 65-75).