In-folio (mm 315x212). Carte: [264]. Xilografia a 3/4 di pagina al verso del frontespizio, marca tipografica in fine. Testo in gotico su due colonne, circondato dal commento in corpo più piccolo. Pallido alone al margine interno del primo fascicolo e altre trascurabili tracce del tempo, ma nel complesso copia molto fresca in legatura posteriore realizzata con frammento di antica pergamena (un po' sciupata).
Seconda edizione curata da Ottaviano Scoto e stampata da Boneto Locatelli (la prima risale al 1486) di questa importante e influente opera con i commenti dei domenicani inglesi Thomas Waleys e Nicolaus Trivet. La bella xilografia al verso del frontespizio è divisa in due parti: la parte superiore ritrae Sant'Agostino assiso al suo scranno tra due angeli, la parte inferiore mostra Abele e Caino come guardiani della città di Dio e di Babilonia (in fiamme), rispettivamente. In calce è riportato un poema in 24 versi. Questa interessante iconografia risale all'edizione di Amerbach stampata a Basilea nello stesso anno. Il De civitate Dei è un'opera in ventidue libri scritta da sant'Agostino d'Ippona tra il 413 e il 426. Nei primi dieci libri egli difende il cristianesimo dalle accuse dei pagani e analizza le questioni sociali-politiche dell'epoca; negli altri dodici libri, invece, tratta della salvezza dell'uomo. L'editio princeps fu stampata a Subiaco da Sweynheym e Pannartz nel 1467. ISTC ia01245000; Goff A1245; Sander 670; Essling 73; IGI 979.