2 opere in 2 volumi in-4° (mm 217x175). Pagine XXXI, [1], 376; 377-736. Esemplare scompleto della carta di tavola ripiegata con lo schema delle febbri. LEGATO CON: Id., Ad criticam dissertationem de abusu chinae chinae [...] responsiones jatro-apologeticae... Mutinae: Typis Bartholomaei Soliani, 1715. Pagine VIII, 191, [1]. Marca tipografica xilografata al frontespizio della prima opera, capilettera, testatine e finalini incisi in legno. Lieve gora d'acqua nel margine inferiore delle prime carte e leggere fioriture sparse, piccola mancanza marginale a carta ++3, maldestro restauro a F8. Legatura coeva in pieno vitello bruno con piatti inquadrati da fasci di filetti impressi a secco e titoli dorati ai dorsi a 5 nervi. Nota di possesso manoscritta al frontespizio. Tagli spruzzati di rosso.
I OPERA: Seconda edizione, stampata a pochi anni dalla prima (1709). In quest'opera viene coniato e diffuso il termine "malaria" e si diffonde nella comunità scientifica la scoperta della cura per mezzo del chinino. Cfr. Biblioteca Modenese V, 275; Blake 456; Brunet V, 892; Castiglioni, 562: «libro classico sulle febbri intermittenti [...] accolto in tutta Europa con un favore straordinario [...]. A questo libro si deve la vittoria definitiva della corteccia di chino»; De Renzi IV, 361 e passim: «La sua Terapeutica speciale ne stabilì in modo la fama, che fu eletto socio dell'Accademia delle Scienze di Londra [...] e l'Accademia di Valencia lo chiamava col nome di Ippocrate Modenese»; Hirsch V, 704; Piantanida 2063 (ed. 1730): «È l'opera più importante dell'A., nella quale egli sostiene per primo tra gli italiani, insieme ai medici inglesi Sydenham e Morton, l'uso della china-china nelle febbri perniciose intermittenti, ne prescrive la maniera e le circostanze, introducendo il termine "malaria" nel vocabolario medico. Ebbe però per avversario il Ramazzini, con il quale ebbe una vivace polemica. Interessante il V libro che tratta della corteccia peruviana. II OPERA: Blake 455; De Renzi IV, passim; Hirsch V, 704.