I manoscritti a inchiostro seppia. Dimensioni varie.
L’indulgenza, secondo la fede cattolica, libera il fedele dai suoi peccati, se sinceramente pentito. Il Concilio di Trento (1530-1545) usò grande rigore per evitare abusi relativi alle questue e i quaestores di indulgenze. I documenti qui proposti sono una testimonianza di quanto fosse diffusa sia la prassi delle indulgenze sia quella delle preghiere e delle suppliche dei fedeli. Il documento a stampa datato 1784 (a firma di Julius Maria de Somalia, Segretario della S. Congregazione delle Indulgenze - Roma) invita l’«unione di tre persone Pie in onore della Santissima Trinità» ad adorare «tre volte al giorno» la Trinità, spiegando cosa fare. Ricorda inoltre che «questo divotissimo esercizio è incominciato in Francia coll’approvazione […] di Monsignor Beaumont, Arcivescovo di Parigi […]». Un altro documento a stampa spiega cosa recitare contro i fulmini e tempeste (stampato da Draghetti, senza data, ma inizio ‘700 – Barcellona, Milano e Varallo). I manoscritti contengono rispettivamente un Cantico in versi in onore della Madonna (con correzioni e aggiunte) e una preghiera in forma di lettera inviata “Alla Gran Regina del Cielo e Vergine Madre Maria Santissima” (indicazione scritta al verso della seconda carta) firmata “Giovanni Battista Bonola”.