Olio su tela. cm 72x65. Il dipinto, proveniente da collezione privata è stato riconosciuto e pubblicato per la prima volta come opera autografa di Giulio Carpioni da Pilo e poi da Barbieri [G. M. PILO, Carpioni, Venezia, 1961, p. 34; F. BARBIERI, Inediti di Giulio Carpioni (Venezia 1613-Vicenza 1678), in “Ricerche di storia dell’arte”, n. 6, 1977, pp. 129-136 in part. 133-135] il quale ultimo ha inoltre ipotizzato possa trattarsi di uno dei molti autoritratti ascritti all’artista databili tra il 1640-1642 come ad esempio quello Berton di Treviso o l’Autoritratto degli Uffizi [cfr. PILO, Carpioni, cit., pp. 71, 94, 111, 116]. Un orientamento e al contempo anche una conferma circa la giusta intuizione di Barbieri sul fatto che si tratti di un ritratto dell’artista, la si può inoltre ricavare dal confronto con l’Autoritratto della collezione di Palazzo Thiene a Vicenza (inv. 35968) nel quale i caratteristici tratti appuntiti del volto dell’artista, in una versione più giovanile e ironica, sono perfettamente sovrapponibili a quelli del presente dipinto. Con uno sguardo appena più malinconico e pacato cui pare fare eco una tavolozza calda e molto elegante.
VENDUTO CON: Cornice in legno intagliato e dorato con motivo a foglia di quercia (XVIII secolo). Molto pregevole anche se non pertinente al dipinto in questione, dal momento che presenta due listarelle di legno, in basso e in alto aggiunte in epoca moderna; cm81,5x68,5. 1750-60ca.
La tela presenta un lieve allentamento in corrispondenza del bordo del telaio (sec. XVII) ma non ha ridipinture consistenti (rare riprese evidenti alla lampada infrarossi). Buono il craquelé.