Carboncino e gesso; carta tinta di grigio e lievemente preparata. Foglio: mm 277x210. In basso a destra compaiono due timbri di collezioni non identificate (non in lugt). Individuato come uno studio settecentesco, il foglio può invece essere avvicinato allo stile maturo del bolognese Bartolomeo Cesi che, dopo una formazione tardomanierista dalla metà degli anni ’90, volge ad una cifra più severa che ebbe particolare successo presso la Chiesa e gli ordini religiosi. Per il gesto e la posizione del santo, pur con delle differenze sostanziali, è possibile trovare confronti con la pala della Chiesa di San Giacomo Maggiore, raffigurante la Madonna in gloria e santi, del 1590-95 (cfr. S. VITALI, Tommaso Laureti e Bartolomeo Cesi: precisazioni sulla decorazione dell’”altra” cappella in S. Giacomo Maggiore, in “Arte e Bologna”, 7/8, 2010-2011, pp. 23-26) e con gli affreschi della cappella della Certosa opera che Cesi fu chiamato ad eseguire nel 1616 (per cfr. grafici si veda anche S. MORÉT, Two drawings for Bartolomeo Cesi’s fresco in S. Giovanni al Monte, in “Master Drawings”, 53, 2015, 1, pp. 81-88).
Ottimo stato di conservazione. Il foglio è incollato solo per il margine superiore del verso ad un supporto moderno (sec. XX).