Matita di grafite. mm 340x242. Firmato in basso a destra. Disegno preparatorio per una acquaforte. Allievo prediletto di Teofilo Patini, verista e naturalista agli esordi, A. T. sviluppò ben presto un linguaggio autonomo che divenne espressione e sintesi delle nuove tendenze artistiche europee. Dopo la guerra si trasferì a Torino e successivamente a Venezia. Nella città lagunare ricevette nuovi stimoli e nuovi impulsi. Probabilmente si avvicinò ad Ettore Tito, già pittore di fama ed insegnante dell’Accademia sin dal 1894, ed a Beppe Ciardi, giovane come lui e tra i principali interpreti del vedutismo veneto del primo Novecento. Tuttavia si dedicò quasi esclusivamente all'acquaforte, tecnica artistica all’epoca assai rischiosa che compromise ben presto ed in modo grave la sua salute.
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