In-folio (mm 320x215). Carte [6], 106. Segnatura: A6 a-r6 s4. Testo in carattere romano (R 82) su 53 linee. Bella cornice architettonica xilografica a carta a1r, marca dello stampatore incisa in rame in fine. Rubricato in rosso in principio e in fine, altrimenti spazi per capilettera con letterine-guida. Esemplare con reintegri e velinatura nel margine esterno di molte carte, con alcune macchie d'inchiostro sparse e altri difetti ma a margini ampi e nel complesso in discreto stato di conservazione. Bella legatura cinquecentesca in piena pelle in stile moresco con cornici concentriche di filetti e fregi floreali impresse a secco ai piatti e al centro un seminato di stelline ai piccoli ferri inquadrate da incroci di filetti; dorso interamente ricostruito e lacune marginali ai piatti reintegrate. Numerose e fitte chiose di mano coeva al testo.
Seconda edizione del De animalibus nella traduzione di Teodoro Gaza e per le cure di Sebastiano Manilio. I tre principali trattati di biologia di Aristotele (De historia animalium, De partibus animalium e il De generatione animalium) conosciuti a partire dal Cinquecento con il titolo di De Animalibus, sono considerati «the first great compendium of embryology ever written» (Needman 21), e l'editio princeps del 1476 «was the first printed compilation of works relating to biology» (Beullens-Gotthelf). Sull'importanza e la diffusione della traduzione di Gaza, che conobbe oltre 40 edizioni a stampa nel corso del secolo successivo, si veda Beullens-Gotthelf: «Gaza had a "virtual monopoly" on the biological works of Aristotle, his translation completely overshadowing the only other 15th-century translation, by his rival George of Trebizond, which had only a limited manuscript circulation». Cfr. BMC V, 343; Essling 677; Goff A-974; GW 2351; Klebs 85.2; Hain-Copinger(Add) 1700*; Norman Library 69; Norman 274, 275; Pellechet 1207; Proctor 4527; Sander 588.