Olio su tavola. Al verso antica etichetta di carta con il nome e date a penna e inchiostro bruno riferite all'artista fiammingo. cm 69,5x51,5. In antica cornice dorata a mecca: cm 80x62. Nella storia del paesaggio fiammingo, le raffinate vedute di Herri met de Bles ben si inseriscono tra gli esempi dei due nomi di spicco Joachim Patinir (ca. 1480-1525) e Pieter Bruegel (1525-1569). La mancanza di informazioni su questo pittore, l'assenza di firma o di data sulle sue opere, sono tra le ragioni che hanno reso problematica la ricostruzione di un corpus oltre che le proposte attributive e una cronologia. Solo di recente si è giunti a stilare un catalogo ragionato, ma il numero esatto delle opere, il loro carattere autografo, gli interventi di collaborazione, costituiscono ancora fonte di dibattito. Non è nota fino ad oggi alcuna fonte scritta che citi il pittore da vivo: lo stesso registro della gilda dei pittori di Anversa non menziona alcun artista di nome Bles. In passato si è tentato di identificarlo come nipote di Patinir, ma nessun autore - né Hieronymus Cock, né Dominique Lampson, i due più affidabili - indicano alcun legame di parentela tra i due. Rari gli esempi in cui troviamo la figura protagonista del dipinto: gli episodi in gran parte tratti dalla storia sacra, costituiscono solo il pretesto per una descrizione sbrigliata e surreale del paesaggio. Il San Gerolamo qui raffigurato trova riscontro nella figura del soldato in fuga della Conversione di San Paolo, un olio su tavola ad Oberlin, Allen memorial Art Museum (inv. AMAM 95.13), databile al 1545 ca. tempo al quale possiamo tentativamente far risalire anche questo dipinto. Bibliografia: Michael Weemans, Herri met de Blaes. Gli stratagemmi del paesaggio al tempo di Bruegel e di Erasmo, Milano 2013.