Manoscritti a inchiostro bruno. Tracce di sigilli di chiusura. Dimensioni varie.
Sulle lettere sono presenti, oltre ai timbri di ricevimento postale, i caratteristici tagli per la disinfezione e i timbri ovali con le sigle della avvenuta sanificazione. Su una in particolare è anche presente il timbro: Netta dentro e fuori. Tra la fine del Cinquecento e fino a tutto l’Ottocento, in occasione delle epidemie di peste, colera ecc., le lettere delle zone colpite, venivano sanificate. Nei periodi più antichi venivano aperte, spruzzavate con aceto e asciugate sopra crivelli di ferro rovente. Per proteggere la privacy, dal momento che una volta aperte risultavano leggibili, gli addetti alle operazioni erano analfabeti. Da fine ‘700 si cominciò a sanificare la posta senza aprirla, con gas di cloro o di altri composti: piccoli tagli praticati appositamente sulla carta permettevano al gas di raggiungere l’interno delle lettere. Dopo il trattamento, su di esse venivano apposte sigle o timbri che dimostravano l’avvenuta sanificazione, es. Netta dentro e fuori. Nonostante la sanificazione, quasi tutte le lettere sanificate venivano buttate o bruciate dopo la lettura, per timore di contagio residuo. Sono pertanto pochissime quelle rimaste.