In-8° (mm 185x122). VIII, 126, [1], 1 bianca con un'antiporta incisa in calcografia. Alcuni aloni sul frontespizio, per il resto ottima copia. Legatura coeva in piena pergamena rigida con titolo in oro su tassello al dorso. Tagli spruzzati in rosso. Ex-libris di precedente collezione applicato al contropiatto anteriore.
Curiosa operetta satirica redatta in dialetto veneziano da Giulio Cesare Bona, principalmente conosciuto col suo pseudonimo di Gnesio Basapopi. L'opera, divisa in due parti, analizza i peccati e i vizi umani. L'Autore, facendo riferimento al titolo, precisa di non star parlando di una vera gabbia (che non sarebbe grande a sufficienza) ma di una gabbia immaginaria fatta di vizi e passioni immorali.