Nell'occasione verrà presentato il
catalogo ragionato dell’opera su carta dell’artista
a cura di Hélène Koehl
giovedì 15 gennaio 2015 ore 17
Esposizione dal 15 gennaio al 6 febbraio 2015
dal lunedì al venerdì ore 9-13 15,30
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Nella ricorrenza degli 85 anni dalla mostra di stampe e dipinti di Alfredo Müller tenuta nel 1930 alla Saletta Gonnelli, vengono esposte diverse tra le più belle e rare incisioni dell'artista livornese eseguite nella Parigi della Belle Époque tra ‘800 e ‘900, tra cui L’île héreuse, La rue St. Vincent en hiver, La nonchalante, les confidences, Trois femmes, Les trois chats, Marthe Mellot dans La gitane, La neige, Venise, L’aurora, Beatrice au laurier, Beethoven, Mallarmé ecc. Inoltre una serie di tempere inedite legate alle famose “Arlecchinate” e alcuni dipinti per un totale di circa 40 opere.
La ricca raccolta permette di avere uno sguardo ampio ed esaustivo sulla produzione più affascinante dell’artista, concentrata soprattutto nell’età d’oro dell’acquaforte al colori in Francia tra ‘800 e ‘900.
Le opere di Alfredo Müller sono diventate oggi assai ricercate e di difficile reperibilità sul mercato non solo italiano, ma anche francese.
In occasione della mostra verrà presentato il corposo catalogo ragionato Alfredo Müller sur papier/su carta/on paper che sulla base di solide ricerche permette di comprendere l’ampiezza, la diversità e l'originalità dell'opera grafica del pittore e incisore di nazionalità svizzera, livornese di nascita e parigino d'adozione, offrendone finalmente una visualizzazione esaustiva e coerente.Vi è contenuto il resoconto completo di più di duecento stampe, tutte realizzate a Parigi e nella regione di Parigi, quasi tutti tra il 1896 e il 1906. Centinaia di disegni, acquerelli, pastelli e schizzi seguono il corso della storia e gli alti e bassi della vita di questo “europeo senza Europa” frammentato, troppo francofilo in Italia, troppo italiano in Francia.
Oltre agli articoli introduttivi ai vari capitoli del catalogo, emergono artisti, mercanti, editori, uomini appassionati di teatro e sport, il mondo di questo artista, che fu anche campione di biliardo e il cui fratello correva il primo tour de France.
Numerose riproduzioni sono a piena pagina. Le stampe sono spesso presentate in diversi stati, per valutare il virtuosismo tecnico e le varianti.
La pubblicazione, curata da Hélène Koehl con testi di Emanuele Bardazzi, Céline Chicha-Castex, Elisabetta Matucci e Nicolas Romand, è edita dall’associazione “Les Amis d’Alfredo Müller”, con sede a Strasburgo, nata con lo scopo di documentare, tutelare e diffondere a livello internazionale l’opera dell’artista. Il catalogo è distribuito in Italia anche dalla Libreria Antiquaria Gonnelli.
Alfredo Müller
Alfredo Müller, proveniente da una famiglia di origini svizzere, nacque a Livorno nel 1869. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Firenze dove divenne amico di Edoardo Gordigiani ed Egisto Fabbri.
Nel 1889, durante un primo soggiorno in Francia, espose due tele a Parigi dove si teneva l'Esposizione universale e scoprì la pittura degli impressionisti. Da allora abbandonò l’impostazione accademica degli esordi per seguire la lezione di Claude Monet e Camille Pissarro. Al suo ritorno in Italia, mostrò delle opere che suscitarono un ampio dibattito tra la critica, compresa la scomunica di Giovanni Fattori, per il loro carattere "filo-francese".
Sul finire del medesimo secolo, la famiglia Müller si trasferì stabilmente a Parigi. Alfredo Müller divenne amico di Camille Pissarro, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne e Henri de Toulouse-Lautrec, che influenzarono il suo stile. Sperimentò l’incisione a colori nello studio di Eugène Delâtre e divenne presto un capofila di questa tecnica di moda nella Parigi della Belle Epoque. Fece la sua prima mostra personale nel 1898 nella galleria di Ambroise Vollard che fu l’editore della serie di incisioni ispirate alla Vita Nuova di Dante Alighieri. Successivamente lavorò con altri editori e mercanti, soprattutto Edmond Sagot. Nel 1908 sposò Marguerite Thomann, che fu modella per Pierre Puvis de Chavannes, e pochi anni dopo divenne cittadino francese.
Nel 1914, dopo aver esposto alla Seconda Esposizione della Secessione di Roma, fece ritorno a Firenze, dove si stabilì a Settignano alla Villa Colombaia. Una grande parte della sua opera di allora è dedicata alle arti decorative dove si esprime il suo fascino per la magia teatrale. Restano famose le sue “Arlecchinate” con pantomime di maschere una serie delle quali decorò per anni il ridotto del Teatro Manzoni a Milano.
Nel 1930, allestì un’importante personale alla Saletta Gonnelli di Firenze, prima di tornare stabilmente a Parigi nel 1932, dove morì il 7 febbraio 1939.