Manoscritto a inchiostro bruno. Carte 49. Carta pesante con filigrana. Gotica corsiva con molte abbreviazioni. Testo in latino e volgare. Alcuni fogli coevi, ma scritti da altra mano, applicati e aggiunti alle pagine del libro. Alcune annotazioni sono cassate (depennate) da mano coeva. Legatura antica (non coeva) in mezza pergamena. Ottima conservazione. Dimensioni: 300x225 mm.
Raccolta di contratti di ambito toscano - note di debito, testamenti e legati - relativi a 'domus', 'ortali', pergole, appezzamenti di terreno - 'petie terre', 'petie terre aratori' 'petie terre cum fognis' - canneti, animali da lavoro 'boves”', grano ecc. Sono indicati i nomi dei debitori, dei testatori e dei legatari (es. 'Schottus filius quondam Lapi', 'Jacobj de Trebbio', 'Donna Caterina vidua', 'Lauretum Albizi', 'Donna Lina vidua', 'Laurentus Bartolini tenet dare […]', 'Donna Nicholosa vidua olim Andrea Petri de Maglio […] Petri de Maglio nepote fuit executore', 'Donna Nicholosa filia quondam Guardani [Giordano] Manetti' ecc. ), le quote di proprietà e i luoghi (es. Prato, Florentia, de Castro Florentino, in loco via di sotto super flumen Bisenti, loco d.o Gavingnano, loco d.o Chiella, il loco d.o Laberello, Musignano). Talvolta, in fine di alcuni testi, si leggono indicazioni di repertori (es. 'Repertatus in memoriale segnato B', 'Repertatus in libro instrumentum d.o hospitalis'). Come si può notare, scorrendo questo manoscritto, non tutti i cittadini elencati avevano un cognome. Il cognome era in uso all’epoca soprattutto quando c’era una famiglia particolarmente importante 'es. Albizi, Manetti ecc.' o nobile, e non quando si trattava di un singolo individuo di non elevato lignaggio e che veniva 'riconosciuto' esclusivamente con il nome del padre (es. Schottus filius quondam Lapi) o del luogo di provenienza (Jacobj de Trebbio). I testamenti qui citati, come d’uso all’epoca, prevedevano lasciti ad enti di carità (hospitales).