Matita nera con lumeggiature a biacca su carta. mm 625x480. Firmato a matita rossa in basso a sinistra. Il segno grafico dell'artista belga, per quanto partecipe del clima simbolista, è sempre carico di drammatica espressività che lo distingue in modo dirompente, soprattutto in rapporto alle forme più edulcorate di quel contesto. In Italia, la sua opera trovò sostegno nel critico e collezionista Vittorio Pica, che gli dedicò alcune pagine in "Attraverso gli albi e le cartelle", ponendolo assieme a Redon, Rops e Goya nell'articolo dal significativo titolo Artisti macabri. Così infatti ne descriveva l’opera: «la sua era una pittura bizzarra, violenta e direi quasi selvaggia, che, al primo guardarla, produceva un’impressione punto gradevole. Ma pure, fermati che avevate gli occhi su quei quadri […] non vi riusciva più di staccarneli, presi da quel misterioso fascino che posseggono le vere opere d’arte» (p. 4).
Tracce di piegature orizzontali del foglio, piccole macchie in basso.