Visore stereoscopico in legno con targa: "STEREOSCOPE Breveté S.G.D.G. / VUES PRISES AVEC LE / VERASCOPE RICHARD"; in buone condizioni. Si aggiunge una serie di 13 diapositive stereoscopiche su vetro (ILFORD Alpha Lantern Plates), mm. 44x107. Sul coperchio della scatola che contiene le diapositive, l'annotazione a inchiostro: "151 à 175" e aggiunta, con altra grafia, la nota "1 seule / femme et homme". Il visore stereoscopico in buone condizioni. Due diapositive rotte (lacune in un angolo).
Il visore stereoscopico è quello realizzato dalla ditta Verascope Richard per la visione di stereoscopie del formato mm. 44x107 realizzate con la camera stereoscopica brevettata dalla stessa casa produttrice. Il Verascope Richard era stato brevettato a Parigi da Jules Richard a partire dal 1893, per la realizzazione di piccole lastre del formato mm. 44x107, ed era appunto abbinato al visore binoculare per la visione delle diapositive. Il nome della nuova stereo-camera divenne un marchio di grande successo, che continuò a produrre vari modelli fino agli anni Cinquanta del Novecento. La stereoscopia è costituita da una coppia di immagini dello stesso soggetto riprese con uno scarto paragonabile a quello degli occhi, per essere poi ricostituita, appunto grazie al visore binoculare, in una sola immagine che, come la visione naturale dell'occhio umano, simula la percezione del rilievo di un oggetto, della profondità dello spazio, l'illusione della tridimensionalità, aumentando l’effetto di realismo di cui è dotata la fotografia. Inventata nel 1832 da Charles Wheaststone, fu presto sfruttata nella pratica fotografica, con l'introduzione dello stereoscopio di David Brewster nel 1849, poi costruito e prodotto da varie ditte francesi, inglesi, americane. Fin dai primi anni Cinquanta, ebbe una grande diffusione e fu in particolare utilizzata per proiezioni di vedute riprese in tutti gli angoli del mondo, di scene in costume costruite come tableaux vivants, ma, grazie alla pulsione voyeuristica che induceva per la modalità stessa della visione, del tutto 'privata' e trasgressiva, fu ben presto associata alla realizzazione e alla circolazione di scene erotiche. La serie di lastre che accompagna questo visore, di autore non identificato, del primo Novecento, rientra appunto in questo genere.