Manoscritto cartaceo in italiano, a inchiostro nero, con alcune correzioni e cancellature. Pagine 71 pagine scritte e 5 bianche. Cartonatura coeva marmorizzata con dorso in pergamena. Buono stato. Dimensioni 220 x 310 mm.
Trascrizione di copista dell’importante documento redatto nel 1561 da Vincenzo Fedeli, diplomatico della Serenissima presso Cosimo I de’ Medici. Incipit: Il parlare di cose di Stato et il riferire alla Ser[enissima Maes]tà V[ost]ra fu sempre riservato alli miei Ecc[ellentissi]mi Senatori […]. Explicit: Et con questo finì il suo discorso come finisco io la mia relazione, pregando la Ser[enissima Maes]tà V[ost]ra à perdonarmi, havendola tediata troppo. La Relazione prende atto della nuova realtà dei popoli di Firenze e Siena (sottomessa da Cosimo I) "sottoposti a servitù" dai Medici, ma giudica che questo sia il risultato del volere del "Signore Iddio". Il testo contiene precisi riferimenti ai ricchi territori delle due città: "V’è una Commenda che si chiama l’Altopascio, che vale dodicimila scudi", alle fortificazioni: "Vi sono poi Orbetello, Talamone, e Port’Ercole che sono Fortezze di Massima d’importanza", al prezzo dei generi alimentari: "la carne dei beccari, si paga un quartino per libbra", alle miniere di ferro dell’Isola d’Elba, alle vicende belliche dei Medici e alle dispute tra stati. Curioso è il giudizio sui senesi: "Sono i senesi tutti accomodati molto bene, e tutti hanno del suo, et non attesero mai ad industria alcuna se non à quella della agricoltura".