3 annate in 3 volumi in-4° (mm 290x205). Dal n. 1 dell'Anno I (7 luglio 1881) al n. 52 dell'Anno III (27 dicembre 1883). 130 fascicoli (rispettivamente 26, 52, 52) di circa 14-16 pagine ciascuno, con 2 tavole cromolitografie, a piena pagina fuori testo, nel primo volume. Moltissime illustrazioni, alcune anche a piena pagina. Frontespizio rimontato, con mancanze marginali. Al primo volume, vistose mancanze, rinforzi e strappi maldestramente restaurati con nastro adesivo principalmente ai nn. 1, 2, 5, 14, 19, 21, 23, 24 e 26. Al secondo le pagine 7-10 sono parzialmente staccate e riparate con il nastro adesivo trasparente; mentre molte pagine, principalmente ai nn. 2,3, 5, 9 10, 11, 22, 52 presentano strappi, rinforzi o mancanze; una macchia di inchiostro marginale ai primi fascicoli e una gora al margina superiore dell'ultima parte del volume. Strappi, mancanze e restauri con nastro adesivo a molte pagine, maggiormente concentrati ai nn. 1, 5, 7, 18, 19, 25, 27, 28, 33, 36, 44; sciolte, ma presenti, le pagine 469-477 che sono comunque presenti. Bruniture e altre mende a tutti e tre i volumi. Mancanti le pagine 15-16 al primo volume e le pagine 1-6, 143-146, 163-164, 173-174, 379-380, 785-786 e 817-818 al secondo. Legatura coeva in piena tela, con numerosi difetti, abrasioni e una grave mancanza ai piatti del terzo volume e alla cerniera del secondo.
«C'era una volta... — Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori. — No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un pezzo di legno». Con il primo numero del Giornale per i bambini vide la luce La storia di un burattino di Carlo Collodi, suddivisa in 30 capitoli usciti in 26 numeri dal 7 luglio 1881 al 25 gennaio 1883. Il Giornale per i bambini è il primo periodico italiano destinato ai piccoli lettori, e venne pubblicato a partire dal luglio 1881 sotto la direzione di Ferdinando Martini, coadiuvato da Guido Biagi, annoverando fra i suoi collaboratori alcuni dei più apprezzati scrittori del tempo: Ida Baccini, Adolfo Bartoli, Luigi Capuana, Livia Capurro, Gabriele d'Annunzio, Giuseppe Giacosa e molti altri, ma soprattutto Collodi - che dall' '83 ne divenne anche il direttore; qui egli pubblicò la prima versione del suo celebre Pinocchio, «capolavoro immortale della letteratura dei ragazzi di ogni paese e di ogni lingua» (Collez. Zannerini 1). Racconta il Parenti, Rarità bibliografiche 138-140 che Collodi iniziò la stesura del suo romanzo per bambini a seguito dell'insistenza del Biagi, a cui scriveva inviando le prime 4 cartelle della Storia di un burattino: «Ti mando questa bambinata, fanne quel che ti pare, ma se la stampi, pagamela bene per farmi venir voglia di continuare». E in effetti la scarsa affezione iniziale dell'Autore per la sua storia ben traspare dall'intermittenza e dalle lunghe pause con cui apparivano le varie puntate, per di più accompagnate da figure di repertorio. Probabilmente senza le insistenze dei piccoli lettori, che iniziarono a inviare le loro letterine al Giornale e che in parte furono pubblicate nella rubrica 'La posta dei bambini', Pinocchio si sarebbe interrotto al XIV capitolo, nell'ottobre 1881. Invece nel marzo dell'anno successivo ricomparvero le avventure del burattino, questa volta anche con illustrazioni appositamente per la storia dal pittore Ugo Fleres, e seppur all'inizio con qualche interruzione «ripresa la penna, volò d'un fiato verso la conclusione: nel n. 4 dell'anno III, Pinocchio diventerà un bambino» (Parenti 147).