In-folio (mm 321x220). Pagine 85, [3]. Fascicoli allentati, altrimenti buon esemplare intonso. Brossura originale con titoli entro cornice tipografica al piatto anteriore. Strappi marginali ai piatti e mancanze al dorso. Internamente staccata. Esemplare da studio, non passibile di restituzione.
Rara tiratura ordinaria in volume della «Carta del Carnaro», la costituzione fiumana che si pone a documento-simbolo di quella sorprendente avventura rivoluzionaria cominciata il 12 settembre 1919 con la marcia dei legionari da Ronchi e conclusasi nel 1920 col Natale di sangue. Si tratta della prima costituzione mai scritta da un poeta - nella quale D'Annunzio riprende e sviluppa un'idea elaborata dall’anarco-sindacalista Alceste De Ambris, suo capo di Gabinetto - pubblicata per la prima volta, in un centinaio di esemplari, il 27 agosto 1920; questa prima tiratura, si distingue da quella ordinaria, del mese di settembre (il presente esemplare) per un refuso negli articoli XVIII e XXXV, nei quali, al posto di "Reggenza", troviamo il termine "Repubblica". Si delinea un modello di democrazia diretta, in cui sono propugnati la centralità sociale del lavoro produttivo e la sua importanza rispetto al diritto di proprietà, il salario minimo garantito, il diritto allo studio, l’assistenza medica gratuita, la pensione, il diritto al risarcimento in caso di abuso di potere o errore giudiziario, il liberismo commerciale, il diritto referendario, la revocabilità in ogni momento dei governanti e dei funzionari e loro responsabilità civile e penale per eventuali errori o abusi. In questa prima stesura il termine "Repubblica", gradito a quelli che volevano fare la rivoluzione, era però intollerabile per i monarchici del Regio Esercito. Con il termine "Reggenza", invece, D’Annunzio rassicura i monarchici senza cambiare la sostanza del progetto di De Ambris.