In-4° (mm 200x145). Carte [196]. Frontespizio in rosso e nero con una bella e grande vignetta xilografica raffigurante Morgante e Margutte, marca dello stampatore incisa sempre in legno in fine e numerose graziose xilografie nel testo. Frontespizio e carte successive con restauri in carta di riso che, in alcuni casi, velano leggermente il testo, strappetto al margine di B2, pallido alone ai primi fascicoli, carte occasionalmente brunite in modo pallido, margine superiore corto e rifilato verso la fine, e altre trascurabili tracce del tempo. Pergamena moderna in stile, con titoli calligrafati al dorso.
Rarissima edizione del Morgante, di cui EDIT16 censisce solo 2 copie nelle biblioteche italiane. Di questo celebre poema, dalla genesi e dalla vita editoriale complessa, furono fatte moltissime edizioni, ma pochissime copie rimangono di quelle precedenti al 1545 e nessuna della princeps; prima del 1537, con eccezione dell’edizione veneziana del 1507 documentata in 7 esemplari, nessuna edizione supera la soglia di quattro copie sopravvissute. La bella vignetta xilografica raffigurante Morgante e Margutte è ripresa dall'edizione Bindoni e Pasini del 1525 (Essling I.2, 773) mentre i graziosi legni che ornano il testo compaiono qui per la prima volta. Poema eroico la cui trama procede per colpi di scena e nel quale predomina una gran fantasia animata dallo spirito burlesco tipico dei cantari popolari accompagnati dalla musica e destinati ad un'esecuzione in pubblico. In realtà, Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il Magnifico, aveva commissionato al Pulci un poema cavalleresco, ma il poeta dimenticò presto l'impegno epico e scrisse invece una parodia nella quale non perse l'occasione per attaccare il suo nemico Marsilio Ficino.Cfr. Melzi, Romanzi e poemi cavallereschi italiani 490; Harris, Sopravvivenze e scomparse delle testimonianze del Morgante.