Asta 54 / Libri, autografi e manoscritti

mar 8 OTTOBRE -  gio 10 OTTOBRE 2024
Lotto 610

Rara edizione cinquecentesca di tutte le opere di uno dei maestri di Dario Fo

Ruzante Ruzante

[Tutte le opere del famosissimo Ruzante].

[In Vicenza: per gli heredi di Perin Libraro, 1598].

In-8 piccolo (mm143x94) in 9 parti, ciascuna con proprio frontespizio con marca tipografica. Fregi e iniziali xilografici, testo in corsivo. Assente il fascicolo iniziale di 6 carte con il frontespizio generale e le dediche, margini un po' corti. Contiene: la Piovana, carte 54, [2 bianche]; la Vaccaria, carte 55; la Anconitana, carte 40; la Moschetta, carte 31, [1 bianca]; la Fiorina, carte 16; la Rhodiana, carte 63; Tre Orationi [...] recitate in lingua rustica, carte 28 (forellino all'ultima, erroneamente numerata 31); Due dialoghi [...] in lingua rustica, carte 22; Dialogo facettissimo et ridiculosissimo recitato a Fosson alla caccia del 1528, carte 10. Ex libris armoriale di "Car. Gastaldi". Legatura di fine Ottocento in marocchino avana, titolo e iniziali "C.G." impressi in oro al dorso, unghiatura, dentelles e tagli dorati, sguardie marmorizzate (minime tracce d'uso).



Seconda edizione collettiva (dopo la prima del 1584), molto rara sul mercato. Si tratta dell'intera produzione teatrale del grande commediografo padovano Angelo Beolco detto Ruzzante o Ruzante, attivo a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento. Testi in pavano, un'antica variante del veneto parlata un tempo nel contado di Padova. Dario Fo, durante il discorso pubblico nel momento in cui veniva insignito del Premio Nobel per la Letteratura, definì Ruzante «Uno straordinario teatrante della mia terra, poco conosciuto... anche in Italia. Ma che è senz'altro il più grande autore di teatro che l'Europa abbia avuto nel Rinascimento prima ancora dell'avvento di Shakespeare. Sto parlando di Ruzzante Beolco, il mio più grande maestro insieme a Molière: entrambi attori-autori, entrambi sbeffeggiati dai sommi letterati del loro tempo. Disprezzati soprattutto perché portavano in scena il quotidiano, la gioia e la disperazione della gente comune, l'ipocrisia e la spocchia dei potenti, la costante ingiustizia.»

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