In-4° (mm 243x170). Vignetta allegorica con l'Arno in primo piano e il duomo di Firenze sullo sfondo al frontespizio; testatine, capilettera e finalini in legno. Buona copia. Legatura coeva in piena pelle, con ampi fregi e titoli in oro su tassello al dorso a 5 nervi; tagli spruzzati e sguardie marmorizzate. Tracce d'uso e lievi mancanze alle cerniere. Ex-libris al contropiatto anteriore. SI AGGIUNGE: Fatti attenenti all'inquisizione e sua storia generale e particolare di toscana. Firenze: Per Pagani 1782. SI AGGIUNGE: Mini Paolo, Difesa della Città di Firenze, contra le calunnie & maldicentie de maligni. In Lione: Appr. F. Tinghi, 1577.
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I OPERA: Edizione molto rara di «questo è un libro sommamente pregevole, in cui l'Autore ebbe l'avvertenza per non apparire Plagiario di tralasciare le notizie inserite nell'altro, che và sotto il nome di Iacopo Rilli» (
Moreni II, 301). Tra le biografie quella di Galileo scritta da Viviani, suo ultimo discepolo, qui per la prima volta data alle stampe, che rappresenta la prima storiografia attendibile sul famoso scienziato. II OPERA: Edizione originale di un'opera che fu pubblicata in forma anonima ed in seguito messa all'Indice. Nel volume, che prende spunto dall'abolizione dell'Inquisizione in Toscana decretata da Pietro Leopoldo proprio nel 1782, sono presi in esame i casi più celebri, quelli di Pietro Carnesecchi, Galileo Galilei, Tommaso Crudeli, etc. Molto importante, per comprendere l'epoca e il clima in cui il saggio fu pubblicato, è la descrizione che ne dà Domenico Moreni nel 1805 (
Moreni, I 361): "Questo è un Opuscolo dell'istesso conio di tanti, e tanti altri, che infestarono soverchiamente la Città nostra, anzi tutta la Toscana. Provida fu la Legge dei 15 Aprile 1802, che ristabilì le antiche rigorose Leggi, e così frenò l'illimitata Libertà di Stampa, la quale infiniti guai produsse al Trono, alla Religione, e al costume".
Melzi I, 397. III OPERA: Edizione originale. Cfr.
Moreni II 83: «In fine vi è una Lettera di Francesco Giuntini alla Nobiltà Fiorentina, in cui loda il Mini, e il suo libro, che è assai raro»;
BMCIt. Books 313;
Lozzi 1885.