In-folio (mm 270x193). Pagine: [14], 320 [i.e. 326, il fascicolo P ha 3 carte in più], [16]. Frontespizio stampato a quattro colori con una vignetta in rosso con motto dell'Accademia della Crusca, 3 tavole calcografiche ripiegate finemente colorate a mano (una con testo stampato in rosso e in verde), una testatina e 2 capilettera calcografici, una piccola xilografia con l'Albero della Vita a p. 172, e un'altra piccola xilografia con nodo quipu a p. 193. Pallide fioriture occasionali, una tavola e qualche carta lievemente arrossate, qualche macchiolina, ma nel complesso ottima copia in pergamena coeva maculata e con tassello al dorso, tagli spruzzati di rosso, segnacolo in seta verde (minimi difetti).
Prima e unica edizione di questo libro straordinario da molti punti di vista: in primis perché rappresenta un primo e ben riuscito esperimento di stampa a colori con una tecnica inventata dallo stesso Raimondo di Sangro (1710-1771), celebre alchimista napoletano, come anche riportato alle pp. 221-222. In secondo luogo perché l'opera è dedicata al misterioso linguaggio precolombiano dei "Quipu de' Peruviani, cioè [...] que' Cordoncini variamente coloriti, che facevan tra di essi presso a poco le veci de' caratteri". Questi nodi, alcuni molto decorativi, sono raffigurati nelle tre tavole ripiegate, che rappresentano rispettivamente: una serie di 40 nodi diversi, con i loro nomi; una canzoncina peruviana tradotta in nodi quipu (tavola con il testo in rosso e verde); la trascrizione in nodi quipu degli alfabeti italiano, latino, francese, spagnolo, tedesco e inglese, ciascuno con la rispettiva punteggiatura. Il terzo motivo per cui la Lettera apologetica è un'opera eccezionale è che lo studio dei nodi quipu fu per Raimondo di Sangro un pretesto per trattare temi pericolosi, con rimandi alla cabala, alla Massoneria e ad autori invisi ai censori dell'Inquisizione romana, che non si fece sfuggire l'occasione di inserire, nel 1752, la Lettera nell'Indice dei libri proibiti. Raimondo di Sangro scrisse una Supplica (1753) al Pontefice per farla derubricare, ma la condanna venne confermata nel 1754. Sabin 40560. Palau 29723.