In-4° (mm 280x205). Pagine [12], XXXIX, [1] bianca, 268; 8 (di Appendix). Antiporta calcografica, frontespizio in inchiostro rosso e nero con vignetta incisa in rame alle armi di Benedetto XIV. Capilettera (uno con graziosa veduta di piazza S. Pietro) e finalini xilografici. Esemplare con ampie gore d'acqua alle carte, un foro marginale a carta L4, un'abrasione con perdita di alcune parole del testo a pagina 212. Legatura coeva in piena pergamena con titoli dorati entro tassello al dorso e tagli marmorizzati.
L'indice del 1758, compilato sotto la direzione di Benedetto XIV, rappresenta una frattura con la precedente politica censoria della Chiesa: sollecitato dal segretario della Congregazione dell'Indice Tommaso Agostino Ricchini, Benedetto XIV diede avvio a una profonda revisione delle norme che per quasi due secoli ne avevano regolato la redazione; lo stesso papa aveva autorizzato nel 1741 la pubblicazione del Dialogo di Galileo, e per suo volere tutti i testi eliocentrici vengono espunti dall'Indice; se però si toglie il divieto dei Libri omnes docentes mobilitatem Terrae, & immobilitatem Solis, vi si annoverano ancora solo le opere di Copernico e Galileo. L'antiporta calcografica raffigurante un rogo di libri è stata disegnata e incisa da Giovanni Antonio Faldoni. Le ultime 4 carte contengono l'aggiornamento dell'indice fino al 1763: Indicis novissimi librorum prohibitorum senza proprio frontespizio ma con indicato al colophon «Romae: Ex tipographia Episcopali Jacopatii, 1763».