1- Quattro figurini (due maschili e due femminili) eseguiti ad acquerello, ritagliati e incollati su cartone marrone mm. 245x330. Incollata in alto una striscia di carta con la scritta a penna "Collezione completa dei disegni salgariani". 2- Cinque figurini maschili in costume da pirata eseguiti ad acquerello, ritagliati e incollati su cartone avana mm. 245x330. Incollate in alto e in basso due strisce di carta con la scritta a penna "In margine a Salgari: un ciclo iride di pirati / Tre secoli di pirateria". A matita in calce ad ogni figurino la rispettiva data dell'epoca; altre annotazioni e firma sempre a matita in basso. Gamba fu uno dei più congeniali illustratori dell'epica malese, dei corsari neri e dei misteri della giungla: non solo perché divenne amico e collaboratore di Salgari - che si era trasferito a Genova proprio in quegli anni per essere più vicino all'editore Donath - ma anche perché con lui condivideva gusto e fantasia, nonché l'idea stessa delle figure, dei tipi e dei luoghi più adatti a incarnare quella realtà. Con spiccata sensibilità favolistico-disegnativa illustrò una dozzina di romanzi di Salgari - pubblicati da Donath ma anche da altri editori - fra i quali I pirati della Malesia, I Robinson italiani, La rosa del Dong-Giang (editi nel 1896), Le stragi delle Filippine (1898), La capitana dello Yucatan (1899), Le tigri di Mompracem (1900), La regina dei Caraibi e Il fiore delle perle (entrambi del 1901). I risultati migliori del connubio con Salgari si ebbero con Il corsaro nero (1898). L'esotismo dei luoghi, la teatralizzazione delle gesta e dei sentimenti, l'eroicità dei protagonisti, l'abbondante ricchezza e la minuziosità necessarie a rendere i costumi e gli accessori dei personaggi, si adattavano alla sua innata capacità "operistica" e scenografica ma anche lo portavano a evidenziare certi aspetti grotteschi e caricaturali, sottilmente divertiti e fin de siècle.
Lievi tracce d'uso.