Carboncino e matita colorata su carta grigia mm. 460x580. Firmato e datato "IAPAS 20" in alto a destra. Sono riconoscibili le caricature di Enrico Checcucci, l'ingegnere Emanuele Rosselli, la signora Bruna Rosselli, Mario Galli e un altro personaggio non identificato. Il disegno parodizza, con i soliti noti presi di mira dalla matita mordace di Passani ("Iapas"), quello eseguito da Ram (Ruggero Alfredo Michaelles) per lanciare il celebre abito ideato insieme al fratello Thayat (Ernesto Michaelles), recante in basso la scritta "Tutti in tuta!". Nel 1921 Thayaht scriveva che “dopo appena un mese la tuta, considerata l’abito più audace dell’estate del 1920, si vendeva a migliaia anche in virtù del suo modico prezzo. L'artista voleva farne l’abito universale e inviò nello stesso anno modelli e disegni della tuta negli Stati Uniti per ottenerne il brevetto a suo nome e diffondere la tuta in tutto il mondo. In realtà il successo della “tuta” rimase limitato alle serate di gala dell’aristocrazia fiorentina, come nel ballo d’estate del 1920 a Palazzo Rucellai, dove gli invitati si presentarono tutti rigorosamente in tuta, con o senza camicia Robespierre, con sandali ad occhiale o alla certosina, quest’ultimi calzati dallo stesso Thayaht scandalosamente senza calze, con cappello a larghe falde, berretto o, nello scalpore generale, a capo scoperto.
Strappetti marginali.