Manoscritti a inchiostro nero e blu. Alcune lettere su carta intestata dell’autore, de “La Gazzetta dello Sport” e del “Giorno”. Dimensioni varie.
Interessante carteggio che ripercorre la vita personale e lavorativa del giornalista e scrittore. Lettera del 12 agosto 1942: «[…] E’ incredibile: ottenere di partire corrispondente è difficilissimo. Il Popolo, che è il Popolo, da un mese sta ungendo il ferro dei cardini, ma si ostinano a non girare. […] non si è mai certi d’avere davanti un po’ di tempo sicuro: e non si può […] lavorare a qualcosa con un minimo di convinzione […]». Nella lettera datata 11 dicembre [1954?] avvisa di aver lasciato il lavoro alla “Gazzetta dello Sport”: «[…] E’ avvenuto qualcosa. Non ho meditato il fatto più di due ore. Per motivi di dignità professionale ho alzato i tacchi […]. Ora aspetto altro […]. Non giudicate male il mio colpo di testa: esso dovrebbe dimostrare appunto che posseggo la testa […]». Per la Pasqua del 1955 avverte l’amico: «parto per l’America tra poche ore […]». Mario Merlo, giornalista e scrittore pavese, lavorò molti anni per il “Corriere della Sera”, “Il Tempo”, “Il Corriere d’Informazione” e l’ “Agenzia Ansa”.