Matita nera, penna e inchiostro di china su carta. mm 200x290. Infinestrati recto-verso a un passe-partout originario in carta azzurrina sul quale è apposta la firma "G. Patricolo". Un timbretto rosso di collezione in un angolo. Allievo di G. Velasco e di G. Patania, passò dai dipinti a monocromo della chiesa del Carmine di Palermo (1814), di gusto neoclassico, a una pittura fortemente chiaroscurata e tonale, riferita a un Manierismo d'impronta raffaellesca. Fu sempre attivo nella sua città, dove eseguì affreschi nella chiesa dei padri Liguorini all'Uditore, nella chiesa di Sant'Ippolito e a Palazzo Reale.