In-4° (mm 218x160). Carte [4], 63, perduta l'ultima bianca. Marca dello stampatore al frontespizio e capilettera figurati incisi in legno. Frontespizio con un'ampia lacuna reintegrata e forellini di tarlo anche restaurati, altri forellini riparati alle due carte successive e all'ultima con l'Errata, taglio riparato a carta 13, fioriture e aloni marginali sparsi. Legatura moderna in piena pergamena. Note di possesso manoscritte al recto del frontespizio, al verso dedica autografa dell'Autore: «Al molto mag.co ms Domenico Raffaeli. Giovanni Andrea dell'Anguillara dona di propria mano».
Probabile prima edizione. Rappresentato a Padova nel 1556 (o nel 1560) nella Loggia edificata dal Falconetto per Alvise Cornaro, l'Edippo fu dato alle stampe nel 1565, a Padova e a Venezia; gli studiosi non sono unanimi nell'indicare l'editio princeps, sebbene i più propendano per quella padovana. Il testo del dell'Anguillara fu la prima versione in volgare dell'Edipo ad essere rappresentata e stampata nel Rinascimento; tuttavia più che una traduzione, la sua fu una riscrittura piuttosto originale del celebre episodio mitico, poiché egli attinse tanto a Sofocle quanto a Seneca e andò ben oltre i confini della vicenda dell'Edipo re. Forse per questo non fu scelta dagli Accademici Olimpici per l'inaugurazione del loro Teatro sebbene sia considerata una delle migliori tragedie della nostra lingua. Cfr. Adams A-1156; Allacci 277; Clubb 74; Gamba 1198; Paitoni V, 60; Regenstein 53; Soleinne 4287.