La "fantasia al potere" nei manifesti d’epoca, a cinquant’anni dal maggio francese.
Il 1968 è passato alla storia come un periodo di contestazioni dove il mondo giovanile chiedeva alla società e alla classe politica un cambiamento. Il fulcro delle proteste si focalizzò in Francia dove i fatti più rilevanti accaddero nei mesi di maggio e giugno. Qui si toccò l’apice nel livello di mobilitazione e di partecipazione, di elaborazione politica e di espressione estetica. La mobilitazione studentesca, covata nell'insofferenza dei giovani universitari, di fronte a un sistema economico e sociale oppressivo e superato dai tempi, unito a forme culturali obsolete, si riversò dalla periferia verso la capitale. È nel Quartiere Latino, dove si trova l’università della Sorbona, che i giovani innescarono gli scontri contro la polizia: dai disordini sorgeranno barricate e verrà appiccato il fuoco alle macchine posteggiate. Le immagini dei giovani in rivolta vennero trasmesse in maniera martellante su tutti i media dell’epoca causando una crescente emozione e preoccupazione.
Pietre miliari di quei mesi sono i manifesti originali e gli slogan del maggio ’68, dei quali il nostro catalogo presenta una vasta sezione.
Questi manifesti "artigianali" provenienti spesso da stamperie clandestine ci restituiscono intatto il clima di quegli anni con tutta la loro forza, oggi evidentemente datata, nel voler testimoniare liberamente e democraticamente un disagio ed il bisogno di cambiamento. Studi sociologici successivi hanno rivelato il ritardo della propaganda politica istituzionale di fine anni ’60 rispetto ad altre forme di promozione commerciale e alle strategie comunicative adottate dai movimenti antagonisti. Gran parte di questa differenza deve essere imputata anche ad una sostanziale inadeguatezza politica nei confronti delle figure sociali emergenti. Sotto diversa forma, la frattura comunicazionale, si registra oggi fra le generazioni che comunicano con i nuovi mezzi c.d. Social e le generazioni precedenti. Allora come ora prevalgono comunicazioni "di rottura" delle nuove generazioni e il "ribaltamento del senso" privilegiando le contraddizioni per far emergere concetti e significati alternativi, rifacendosi alle pratiche di détournement di matrice situazionista. I documenti del ‘68 evocano le parole e le immagini dei giovani e dei lavoratori, che, a dispetto della censura, hanno utilizzato l’arte, contribuendo in maniera significativa a raggiungere i cambiamenti auspicati nei vari ambiti della vita sociale: dall’istruzione, alle condizioni delle donne sino alla critica al sistema capitalistico. Costume di quegli anni fu proprio la proliferazione di manifesti, graffiti e slogan fantasiosi come: "Vietato vietare", "Godetevela senza freni", "Corri compagno, il vecchio mondo ti sta dietro", "La vita è altrove" e molti altri. L’immaginazione prese il potere tramite quelle rappresentazioni scritte, dipinte, urlate. La spontaneità di questo momento di critica sociale sintetizzabile nello slogan: la creatività al potere sarà capace di catturare l’immaginario collettivo non solo in quei mesi di lotta ma anche negli anni a successivi. Molte campagne pubblicitarie successive infatti si sono rifatte, aggiornandosi, a quei modi di dire e a quegli slogan che, nel frattempo, erano diventati patrimonio comune dell’immaginario collettivo. La sezione la fantasia al potere rappresenta una novità per Gonnelli, offerta al mondo del collezionismo, in conseguenza del fatto che anche questo settore di ricerca, fattosi sempre più internazionale, ha bisogno di essere allettato da nuove proposte in linea con il mutare dei tempi e degli emergenti stimoli culturali.
Per il dettaglio dei singoli pezzi si vedano i lotti dal n. 568 al n. 652, che vengono messi all’incanto singolarmente o in lotti di 2/3 serigrafie nel caso l’intera raccolta risultasse invenduta.