In-8° oblungo (mm 168x227) Frontespizio inciso in rame e 50 tavole incise all'acquaforte, fioriture. Legatura coeva in mezza pelle, piatti marmorizzati. Piccole abrasioni ai piatti, ondulati per effetto dell'umidità. Ex-libris applicato al contropiatto.
Celebre raccolta di acqueforti di Bartolomeo Pinelli, "er pittor de Trastevere" nella definizione che ne dà il Belli nel suo sonetto La morte der zor Meo. Forse una delle opere più riuscite di Pinelli che col suo sguardo lucido e col suo segno semplice e diretto indaga i molteplici aspetti della Roma dell'epoca e dei suoi dintorni, regalandoci un acuto spaccato della vita quotidiana: dai ciarlatani in piazza, le zingare, la danza dell'orso e la lanterna magica fino al carnevale, passando per i mestieri del popolo, le sue liti, i suoi luoghi e le sue tradizioni. Colas 2379: «copie réduite de la suite précédente [1816] avec quelques variantes et sept sujets nouveaux»; Lipperheide 1264. Manca a Hiler.