Manoscritti a inchiostro nero. Oltre 40 pagine scritte. 5 buste conservate. Dimensioni varie.
Lunghe e interessanti lettere di argomento letterario. Tra le varie carte si legge: “Le sono veramente grato di quel che ha scritto intorno al mio Scurpiddu. Ho […] una gran predilezione per questo figliolino del mio cuore […]. Gli ho dato un fratellino – Gambalesta – che forse può stargli accanto: è dello stesso paese e della stessa età, ed ha assistito […] a parecchi avvenimenti della rivoluzione siciliana del sessanta; ma non ha avuto la fortuna di un solerte editore come Paravia […] (25 maggio 1906). “[…] Egli dice che si tratta di una pubblicazione popolare ed economica: ed io rispondo che non sono uno scrittore che butta giù novelle economico-popolari. Ho fatto e farò (pur troppo!) l’artista che si lascia sfruttare o per bisogno o per ingenuità; ma nessun editore era mai arrivato ad offrirmi cinquanta lire per una novella mia e per una della mia signora! Posso darle la prova che il Carabba mi paga lire centoventicinque una novellina per fanciulli. Risponda dunque a Bemporad che […] consento a cedere per la stessa 125 lire le due novelle (la mia e quella di mia moglie) […]” (6 febbraio 1912).