Manoscritto pergamenaceo in-8° (mm 130x90). specchio di scrittura [mm 70x40]. Fogli II, 232 + ii. Testo su una colonna di 12 linee (16 nel Calendario), in lettera gotica in inchiostro bruno, rosso e blu. Ultimo foglio presente inserito successivamente, probabilmente assente una foglio di testo dopo il foglio 115.
Collazione: 112 (ff. 1-12) | 2-810, (ff. 13-82) 92 (ff. 83-84), 1010 (ff. 85-94), 116+1 (ultimo foglio aggiunto, ff. 95-101), 1212 (ff. 102-113), 132 (ff. 114-115) | 1410 (ff. 116-125), 158 (ff. 126-133), 164-1 (f. 134-136, ultimo foglio bianco rimosso) | 17-1810 (ff. 137-156), 1912 (ff. 157-168), 202 (ff. 169-170) | 21-2510 (ff. 171-220), 26-276 (ff. 221-232, ultimo foglio aggiunto successivamente). Alcune macchie concentrate nel margine interno delle prime e delle ultime carte.
Contenuto:
Ff.1r-12v: Calendario (il bifolio centrale legato al contrario, perciò luglio precede giugno);
Ff.13r-115v: Ufficio della Vergine, uso di Roma "Incipit offitium beate Marie virginis secundum consuetudinem Romane Curie" con Mattutino (f.13r), Lodi (f. 29r), Prime (f. 63v), Terza (f. 71v), Sesta (f. 76v), Nessuno (f. 81r), Vespri (f. 85r), and Compieta (f. 97r), seguito da una carta di varianti (f.102r) e Antifona alla Madonna (f. 115r);
Ff.116r-120r: Messa della Vergine;
Ff.120r-125r: Ufficio della Croce;
Ff.125r-129v: Ore dello Spirito Santo;
Ff.130r-134v: Tre preghiere;
Ff.135r-136v: Bianche;
Ff.137r-170v: Sette salmi penitenziali e litanie dei santi;
Ff.171r-232v: Ufficio dei Morti.
Decorazioni:
Sei iniziali istoriate (ciascuna da 4 a 8 righe di altezza):
1. (f.13r) Madonna con Gesù Bambino; Gesù Bambino in piedi su di un libro tenuto aperto da sua madre;
2. (f. 116r) Vergine in preghiera;
3. (f. 120r) Cristo a mezzo busto;
4. (f.125v) La colomba dello Spirito Santo;
5. (f.137r) Re Davide che suona il salterio, con aureola ma senza corona, a mezzo busto;
6. (f.171r) Uno scheletro con una corona a mezzo busto (nel margine inferiore motivo a racemi con al centro un teschio).
Tre iniziali illuminate (4 righe cadauna) nelle Lodi e nei Vespri delle Ore della Vergine Maria, rubricature nelle Ore dello Spirito Santo (ff. 29r, 85r, 125r); iniziali illuminate (2 righe) in rosso e oro o blu e rosso ai Salmi e agli Inni; monogrammi nel Calendario in rosso e blu, iniziali a una riga in rosso o blu nel testo. Molte delle iniziali istoriate sono accompagnate da ampi cornici a motivo fitomorfo con putti o decorazioni inerenti il testo (una croce fa capolino nell’Ufficio della croce, un teschio nell’Ufficio dei morti).
Legatura:
Legatura in pieno velluto blu antico su assi di legno. Fogli di guardia realizzati con frammenti di un antifonario del XIV-XV secolo con notazione quadrata su tetragramma e due righe manoscritte relative alla festa di San Giovanni Battista: "[lum] ine parare domino plebem per [fectam. Erat Johan] nes in deserto predicans baptismum pe [nitentie]". Carta di guardia in pergamena moderna. Tagli dorati.
Il presente lotto è in temporanea importazione.
Bel libro d’ore all’uso di Roma, realizzato a Cremona e miniato nella Firenze rinascimentale. Il manoscritto è di sicura provenienza cremonese: il Calendario include come festività principali quelle di San Eusebio di Cremona (5 marzo), Sant’Imerio (18 giugno) e Sant'Archelao (23 agosto) e una Dedicatio ecclesie (18 novembre) relativa allo stesso Duomo o a un’altra chiesa della città. Tra i santi troviamo anche Santa Liberata (16 gennaio), le cui reliquie sono conservate nella vicina Pavia e Sant’Omobono (13 novembre), patrono della città. Alcune varianti nelle trascrizioni dei santi (Iochannes per Iohannes, Gosma per Cosma, Lutia per Lucia e Cicilia per Cecilia) potrebbero forse riflettere la provenienza del compilatore. Sulla prima carta invece le armi (d’azzurro alla croce di sant’Andrea d’oro) appartengono alle famiglie Attavanti, Aldobrandini-Bellincioni e forse anche alla famiglia Beccafumi, tutte famiglie fiorentine. Questa peculiarità, unita alla tipologia specifica di miniatura, collocano la decorazione del volume nella Firenze del XV secolo. E’ stato ipotizzato che il manoscritto sia stato realizzato come dono di nozze per una donna che, trasferitasi da Cremona a Firenze per sposare un membro della famiglia Attavanti, abbia fatto decorare il volume con le armi del marito, non avendo lei stessa armi della sua famiglia di provenienza; l’alternativa, più debole, è che l’opera sia stata realizzata a Firenze e poi portata a Cremona, dove il Calendario originale, fiorentino, sarebbe stato sostituito con quello cremonese. Ciò però non troverebbe riscontro all’interno del volume, dal momento che non si notano difformità di esecuzione nelle decorazioni delle pagine. L’opera presenta anche un ex-libris inciso applicato del Visconte Melville, forse il Visconte Henry Dundas (1801-1876).