Manoscritto musicale a inchiostro bruno. Spartito per pianoforte e canto. Sulla prima carta la nota di appartenenza: ‘Per uso di Giuseppe Delfini’. Brossura in carta dell’epoca. Dimensioni: 220x290 mm.
Gli inni proposti in questo manoscritto - composti da Magazzari su testi di Sterbini, Dall’Ongaro e Meucci - erano molto celebri a metà Ottocento. Infatti, sull’onda del fermento sorto attorno all’elezione del nuovo Papa Pio IX, dal 1846 la produzione di inni registrò un notevole incremento. Questo manoscritto era di proprietà di Giuseppe Delfini, esponente della Carboneria ferrarese insieme ad Antonio Solera (padre di Temistocle, celebre librettista anche di Giuseppe Verdi).