Manoscritti a inchiostro bruno su carte colorate e intestate EM della giovane figlia del Duce. 14 pagine scritte in totale. 2 buste conservate. Sono conservate le trascrizioni delle lettere. Dimensioni 190x290 mm ca. SI AGGIUNGE: Id. Una raccolta di fotografie in b/n (68 di piccolo formato, alcune firmate, una con dedica a Marino, su passepartout; 2 di formato grande (200x150 mm ca.); 13 di formato medio Ritraggono Edda in varie situazioni: con amici, in spiaggia, in nave, sugli sci, in viaggio ecc. Spesso nelle foto è presente Marino (quella con dedica ritrae lui con Edda in pattino nell’agosto 1926). Conservati fogli originali di album di raccolta foto e una busta autografa a Marino Viarana con timbro settembre 1927.
I DOCUMENTO: Edda parla scherzosamente con il suo innamorato Marino Viadana della sua serena impudicizia e del pudore nelle donne, ma accenna anche alla politica, ai grandi avvenimenti romani non piacevoli, riferendosi al sol dell’avvenire, simbolo socialista. Acuta osservatrice, Edda si annoia a Villa Torlonia e trova da ridire sui frequentatori di Riccione, in particolare sui tedeschi brutti e in abbigliamento da selva. I doveri e gli impegni le pesano ma lei si adatta per rispetto verso suo padre. Studia le lingue e viaggia in continuazione: i suoi resoconti di viaggio sono sarcastici e spiritosi. Marino caro, sono sola, proprio sola in casa. Papà è partito stamani per Forlì, Cesira è fuori per me. L'altro giorno un professore mi ha visitata e mi ha scoperto la colite con complicazioni all'appendice. […] Mi seccherebbe fare un’operazione, non solo perché farsi tagliare non dev'essere simpatico, ma anche perché la cicatrice deturperebbe il mio ventre perfetto. Speriamo in Dio […] Ti raccomando anche quelli che dicono che per i medici visitare una donna o una capra (chissà mai perché fra tante bestie ho scelto proprio la caprà) è la stessa cosa. Mi fanno ridere; anche se è solo per guardarti la lingua ti fanno spogliare, il più bello è che Cesira, vedendo la mia serena impudicizia mi ha buttato una vestaglia sulle gambe […] Sono scoppiata in una clamorosa risata che li ha fatti rimanere un po’ di palta tutti e due. Guarda un po’ dove consiste il pudore nelle donne! Una vestaglia sulle gambe .... o un po’ più in su e tutto il resto nudo, la gente è comica. Cosa ne dici? […] Si preparano nel cielo romano grandi avvenimenti e non piacevoli. Pare certo che quel famoso sole dell'avvenire (che speravo fosse come l'altro) si sia invece deciso a spuntare […] Marino caro, attendiamo gli eventi con calma. Ti bacio molto. Greta tua. Scrivimi subito, subito, subito e molto [...] (data non leggibile). Marino caro, grazie per la lettera; ti confesso che mi ha un poco stupita perché so che non sei un entusiasta della corrispondenza. Che noia! In questa benedetta villa non si sa proprio che fare, quali scherzi inventare per non liquefare di noia. La campagna che bella cosa; purché ci si passi veloci in treno o in auto o la si sorvoli con un potente apparecchio! Ieri andai a Riccione, c'è abbastanza gente; alcuni terribili bolognesi, donne dipinte come muri, quel rudero della Contessa Giustini (??) e una quantità di tedeschi brutti e in abbigliamento da selva […] non essere più "Otello " di quel che meriti la questione: non bisogna mai esagerare e si deve ragionare; ma dimenticavo che un uomo innamorato ha naturalmente perduto la testa e di conseguenza anche il cervello […] tante cose belle e care, Edda (s.d.). Marino caro, sono ancora molto accasciata per il brutto incidente che ti è arrivato. Sento la tua mancanza; ero tanto abituata a vederti, a parlarti che non riesco proprio a pensare che tu non verrai più qui, almeno fin che ci sarò io. Ad ogni modo, non si è chiaccherato sulla tua improvvisa partenza e probabilmente non avrai noie nemmeno a Milano […] il giudizio degli altri mi interessa pochissimo. Marino caro, scrivimi e sii buono, continua, ti prego ad essere come quest'inverno. Sono state le cattive compagnie che hanno rovinato il tuo nome. Io ti aiuterò in tutti i modi. Salutami i tuoi, tante cose affettuose a te. Edda M. (s.d.). Caro Marino, ho digerito fino a pochi minuti fa una conferenza sull'India, ora per rifarmi ho bisogno di scriverti. Evidentemente sono troppo selvaggia per poter sopportare discorsi, conferenze e simili storie. Tra l'altro non ha detto nulla di speciale e per di più storpiando le parole, vezzo particolare degli abitanti di chillu paese. Che zuppa! Sono partita per questo viaggio con una indifferenza degna di me, come se avessi dovuto andare da Milano a Precotto. Andata, fermata e ritorno, due ore […] non riesco né a entusiasmarmi, né a commuovermi né a far niente di completo. Sono un pallone frenato. Non riesco a capire il fenomeno; dalla mia partenza da Milano mi succede questo e mi secca molto. Ho paura che il mio cervello se ne stia andando in acqua. Bah speriamo bene! La vita di bordo è abbastanza vuota e tediosa. Si vive come ad un grande albergo. Ho incominciato a portare la maschera di società; sorrido spesso, rido qualche volta, fingo di non annoiarmi e soprattutto mai triste […] Io non posso avere i nervi fuori posto quando 300 persone mi guardano […] Mi sono scelta alcuni amici innocui, 50 anni e rotti che però sono i più simpatici. Ho i miei ballerini giovani quelli, ma abbastanza idioti. Non ce n'è nemmeno uno che valga la pena di essere guardato. Questo mi secca. Chiodo schiaccia chiodo e un piccolo, superficiale flirt farebbe forse passare la mia passioncella o quello che è […] Come erano molto più divertenti i nostri balli al suono del grammofono […] Sto rimbambendo a gran velocità, se continuo così al mio ritorno in Italia, si dovrà ricoverarmi in un pio istituto di deficienti. Bella prospettiva! Dopodomani sbarco a Massaua; speriamo non ci siano ricevimenti e cose affini altrimenti scoppio. Poi altri 10 giorni di navigazione; roba da pazzi. E finalmente, dopo tanti affanni, l'india. Sto perfezionando il mio inglese per non fare troppe brutte figure; passatempo come un altro […] Tante belle cose. Edda Rispondimi subito presso il Consolato Italiano - Port Said - Egitto (credo) […] (11 febbraio 1929, spedita da Port Said).