Asta 54 / Libri, autografi e manoscritti

mar 8 OTTOBRE -  gio 10 OTTOBRE 2024
Lotto 290

Gli Statuti di Lucca del 1539, con annotazioni e aggiunte

Lucca

Lucensis civitatis Statuta nuperrime castigata, et quam accuratissime impressa.

(Al colophon:) [Lucca]: Ioannes Baptista Phaellus Bononiensis Lucensi aere publico Lucae impressit, 1539. Cal. Martiis.

In-folio (mm 335x235). Carte [6], cccxxxix [i.e. 340]. Frontespizio entro cornice floreale xilografica, iniziali xilografiche, il recto dell’ultima carta con grande stemma della città posto però all’inizio del volume. Frontespizio con tracce d’uso, pallide gore marginali, assente A6 bianca, carte G1 e G6 molto più corte, sottile gora marginale con piccole perdite di margine a partire dalla carta HH, gora al margine superiore delle ultime carte. Il testo è seguito da: un indice manoscritto con i fogli numerati da antica mano 340-369 [1]; 4 bandi del 1621, 1695, 1701, 1715; Ordine sopra i pagamenti delle Gabelle dell’Illustrissima et Eccellentissima Repubblica di Lucca (scompleto, difetti, fogli numerati da antica mano 373-390); proibizioni, tariffe, decreti, ecc. (fogli numerati 391-411). Piena pelle con dorso restaurato.



Prima edizione, in versione largamente corretta, dopo il lavoro del 1490 di Arrigo da Colonia, riguardante gli Statuti di Lucca. Il Consiglio Generale, nella seduta del 20 ottobre 1536, incaricò Enrico Buccelli di rivedere il materiale raccolto. Buccelli accettò di stampare il testo latino (e pochi mesi dopo quello in volgare) dei nuovi Statuti, presso il tipografo bolognese Faella. Il testo contiene numerose notizie storiche, economiche e giuridiche, fondamentali per la storia della città di Lucca. Copia fittamente annotata da antica mano. «Frontespizio chiuso da elegantissima cornice, edizione veramente splendida, che si volle affidata più tosto ad un egregio impressore di Bologna, che ad un lucchese. Si avverta, che dopo le date finali, vi debbano essere 2 carte, l’una per una dedicatoria del coordinatore degli Statuti, l’altra pel magnifico stemma della città». Graesse VI, 484.

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