In-folio (mm 330x207). Pagine [12], 64, 341 [i.e. 343], 1 bianca, 48. Grande vignetta calcografica al frontespizio con Orfeo che suona la lira, altri rami nel testo, carattere romano e greco. Esemplare lievemente brunito in alcune parti, annotazioni a matita ai margini delle pp. 30-31 e in alcuni altri punti, fascicolo A con i margini leggerissimamente più corti, pp. 45/46 in fine rilegate prima di p. 43, qualche macchiolina e altre trascurabili tracce del tempo, ma nel complesso buona copia in elegante legatura neoclassica in vitello marmorizzato "ad albero", dorso liscio con tassello in marocchino rosso e con fregio a forma di urna agli scomparti, dentelle dorata all'unghiatura, sguardie e tagli marmorizzati (minimi difetti).
Prima edizione dei commenti di Pierre de Fermat sui sei libri dell'Aritmetica di Diofanto, matematico greco del III secolo considerato l'inventore dell'algebra, pubblicata da Samuel de Fermat con preziose note che suo padre aveva iscritto sulla sua copia personale dell'editio princeps del testo greco dell'Arithmeticorum di Diofanto, edita nel 1621 a cura del matematico Claude-Gaspard Bachet (1581-1638). La presente opera contiene, su due colonne, il testo greco di Diophante e la sua traduzione latina, dovuta a Wilhelm Xylander e pubblicata inizialmente nel 1575 a Basilea, nonché i commenti di Bachet e le notevoli osservazioni e conclusioni di Fermat relativi alla teoria dei numeri. Nella parte iniziale del volume si trovano anche due lettere indirizzate da Descartes a Pierre de Fermat (1601-1665), famoso matematico francese che espose il suo famoso Ultimo Teorema proprio in questa edizione, senza tuttavia renderne nota la dimostrazione perché “non entrava nel margine stretto dalla pagina”. Nei secoli diversi matematici hanno tentato di dimostrare la congettura di Fermat, ma fu solo nel 1994, dopo sette anni di totale dedizione al problema, che Andrew Wiles (1953 -), matematico britannico, affascinato dal teorema che fin da bambino sognava di risolvere, riuscì a darne finalmente una dimostrazione. Da allora l'Ultimo Teorema di Fermat si chiama "teorema di Fermat-Wiles". Honeyman 893; Norman 777.