In-4° (mm 280x208). Carte [16]. Con 15 illustrazioni a colori a piena pagina di Bruno Munari e una fotografia dell'Autore al contropiatto anteriore. Leggera e uniforme brunitura, per il resto buona copia, leggermente fiorita. Legatura originale in mezza tela con piatti in carta rossa e impressioni a colori al piatto anteriore. Leggere abrasioni alle unghiature e alle punte e lievi segni di usura ai piatti, ma nel complesso buona conservazione.
Le macchine di Munari è il primo libro di cui Bruno Munari può dirsi pienamente ed esclusivamente autore, una sorta di opera prima. Pubblicato nell'ottobre del 1942, è un'opera originale sia nella veste tipografica che nel contenuto, che raccoglie tredici singolari invenzioni, ciascuna descritta nei particolari "tecnici" e accompagnata da un'illustrazione. Tra i marchingegni più strani si trovano il Motore a lucertola per tartarughe stanche, il Congegno a pioggia per rendere musicale il singhiozzo e lo Sventolatore di fazzoletti alla partenza dei treni. Il libro si ispira agli esperimenti goliardici pubblicati nel Settebello di Cesare Zavattini tra il 1937 e il 1938, ed è proprio Zavattini a sostenerne la realizzazione. Questo progetto finì per entrare nell’orbita della neonata collana di Letteratura per l’infanzia e la gioventù, diretta da Carlo Muscetta e Mario Alicata per l'editore Giulio Einaudi, col quale l'intesa fu immediata e coinvolse anche un altro progetto: l’Abecedario di Munari. Le macchine di Munari è un libro spiritoso per ragazzi "dagli 8 agli 80", come suggeriva uno degli slogan pensati per il lancio. Sebbene inizialmente destinato a un pubblico giovane, è presto diventato il libro munariano futurista per eccellenza, entrando nell'immaginario collettivo come una delle sue opere più significative.