Asta 58 / Libri, autografi e manoscritti

mar 11 MARZO -  gio 13 MARZO 2025
Lotto 595

Eccezionale copia miniata, appartenuta a Tammaro De Marinis

Petrarca Francesco

Il Petrarcha.

(Al colophon:) Impresso in Tusculano appresso il Laco Benacense: per Alessandro Paganino di Paganini Brixiano, 1521 adi primo di Giugno.

Per questo lotto è stato avviato dalla Soprintendenza il procedimento di dichiarazione di rarità e pregio - This lot has been declared of particular importance by the Italian State and cannot be exported abroad.

In-24° (mm 100x54). Carte: CLXI, [1]. Segnatura: A-S8 T12 V4 (nota: SBN fornisce la cartulazione corretta ma poi scrive che il fascicolo finale V è di 6 carte, cosa che non corrisponde alla cartulazione). Testo in corsivo. Qualche alone marginale verso la fine, ma preziosissima copia con 3 miniature policrome coeve. La prima, in antiporta è una miniatura fitozoomorfa in cornice (con difetti e mancanze). Nel riquadro, su sfondo azzurro e blu, uno stemma araldico sovrasta due animali fantastici sdraiati su ciocco di legno. Sotto, su sfondo circolare verde, è scritto “Quanto fia quel piacer se questo è tanto?” [versi tratti dal Canzoniere, 264]. In basso, si intravedono due colombe su altro ciocco di legno. Nella cornice sono presenti decorazioni fitomorfe, un ritratto maschile piangente di profilo, con piccola iniziale "N", fiori, fragole, lombrichi, una lumaca e farfalle. La seconda miniatura è presente alla fine della dedica a Isabella Gonzaga (mancanza a causa di un restauro). Si leggono, in cornice rossa con decorazioni in oro, alcune lettere maiuscole dell’alfabeto intersecate tra loro (C, H, I, S, V, O scritte in oro, e la N a inchiostro nero). La terza miniatura si trova nella pagina successiva con un frontespizio dell’opera (anch’essa con piccola mancanza in basso) ed è a piena pagina a motivo fitomorfo con titolo dell’opera “Sonetti et Cancjoni / di Messea / Francesco Petrarca / in vita / di Madonna Laura” in cornice dorata, con decorazioni dorate, su sfondo rosso. In testa alla cornice, una conchiglia dorata e due cornucopie decorate con foglie (in oro, blu, verde e rosso). Al piede della cornice, fregi con foglie acantiformi, fiori e un maschile in blu stilizzato a fiore. Nella prima pagina di testo piccole iniziali miniate in oro, rosso e blu. In fine, un componimento poetico manoscritto (XVI secolo). Incipit: “Una ghirlanda di vermiglie / rose / Tessendo amor trovar / quell’involto / Per l’ale [...] presi dolci et amorose [...]”. Note autografe di Tammaro De Marinis alla sguardia volante anteriore, firma di appartenenza della botanica piemontese Irene Chiapusso Voli (1849-1921) al contropiatto posteriore.



Straordinario esemplare miniato, appartenuto a Tammaro De Marinis, che così scrive alla sguardia volante anteriore: "Tusculano, 1 giugno 1521. Quando questo volumetto fu rilegato, probabilmente verso la fine del sec. XVIII, esso apparteneva ai Fratelli Maffoni. Un Luigi Maffone è ricordato nella storia della poesia in Piemonte dal Vallanzi. Il verso "Quanto fia qual piacer se questo è tanto?, nella prima miniatura, è del Petrarca nella canzone I'vo pensando, CCLXIV, 54. Il Fumagalli dice quest'edizione très rechrchée (pag. 427). Pesante 1974 n. 1709; BMSTC Italian 1465-1600, 503; Hortis 42; Bologna 351; Fowler 91; Ley 83a; Nuovo 55.

Base d'asta
EUR 5.000,00
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