In-8° (mm 192x137). Carte: [119, di 120, assente b1, supplita in fotografia]. Testo in romano con iniziali miniate in rosso e blu, alcune con svolazzi lungo i margini (talvolta un po' sbiadite, come quella all'incipit). Strappo alla prima carta, forellino con piccola perdita alla penultima carta, ultima carta con grande restauro e un paio di parole manoscritte, e altre tracce del tempo. Cerniera anteriore spaccata, corpo del testo un po' slegato e con qualche carta sciolta. In cartonato rustico antico (difetti).
Seconda edizione, rarissima sul mercato, di questa raccolta di meraviglie composta da Gaio Giulio Solino, scrittore romano vissuto fra la prima metà e la fine del III secolo. Nel medioevo questa stessa opera fu nota anche sotto i titoli di Polyhistor e De mirabilibus mundi. Solino attinge a piene mani dalla Naturalis historia di Plinio il Vecchio, dalla Chorographia di Pomponio Mela, dall'opera di Svetonio e altri. Leggendoli, avrebbe annotato le cose più strane e meravigliose inerenti a popoli, usanze, animali e piante illustrandole all'interno di una cornice geografica. Il testo è dedicato ad un certo Aventus, forse uno dei consoli per l'anno 258. Seguono una trattazione sulla storia di Roma dalle origini al principato di Augusto e un'analisi dell'Italia, della Grecia, delle regioni intorno al Mar Nero, della Germania, Gallia, Britannia, Spagna, le province dell'Africa, l'Arabia, l'Asia minore, l'India e l'impero dei Parti. Il tema meraviglioso del libro e la sua estensione molto ridotta rispetto alle opere di Plinio il Vecchio ne decretarono il successo nel medioevo. La sua popolarità è attestata dalla sopravvivenza di oltre 150 manoscritti dal IX secolo in poi. ISTC is00616000; Goff S616; HC 14874*; IGI 9085; BMC IV 59; GW M42824.