Il fascino e la bellezza di un linguaggio universale.
I manoscritti, gli autografi e i libri musicali rappresentano da secoli il principale veicolo per diffondere la musica che, per poter essere ricordata, interpretata ed eseguita, è stata – ed è tuttora - tramandata in forma scritta. Il libro musicale racconta la storia della musica italiana e internazionale e, oltre al valore culturale e artistico, le partiture antiche sono un luogo d’incontro di abilità e competenza, passione e talento.
Gli spartiti, i documenti autografi e i libri musicali che Gonnelli propone continuamente nelle proprie aste periodiche, si rivolgono a una clientela prevalentemente composta da collezionistri privati e da Biblioteche di tutto il mondo.
Fino al XV secolo la musica circolava solo in forma manoscritta.
Con la nascita della stampa diventa possibile realizzare interi libri, in molte copie, con righi e note che riproducono musica da cantare e suonare. È il 1501 quando a Venezia la tipografia di Ottaviano Petrucci pubblica il primo libro di sola musica interamente stampato con caratteri mobili, chiamato Harmonice Musices Odhecaton, o più semplicemente Odhecaton, riferito alle "Cento canzoni di musica armonica”. L’Odhecanton ha avuto un ruolo essenziale nella diffusione e trasmissione delle opere musicali e dunque allo sviluppo dell’arte musicale in Europa poiché, prima di allora, si doveva manoscrivere ogni spartito musicale.
Con la tecnica dei caratteri mobili Petrucci trasferisce sulla carta, con tre passaggi differenti, prima i pentagrammi, poi le note e altri simboli musicali e infine le chiavi. Ben presto la tecnica di stampa viene perfezionata e semplificata, così che nel 1527 Pierre Attaignant realizza a Parigi un’intera pagina con un unico passaggio di stampa. Nel 1577, di nuovo a Venezia, Gardano pubblica il primo esempio di “partitura”, testo in cui si trovano tutte le parti vocali o strumentali su un unico foglio: Tutti i madrigali di Cipriano de Rore e “Musica de diversi autori. La bataglia francese et canzon delli ucelli insieme alcune canzoni francese, partite in caselle per sonar d'instromento perfetto”.
Il mestiere dello stampatore musicale si diffonde velocemente in tutta Europa: dai loro torchi manuali escono edizioni di partiture sacre e profane, insieme a magnifiche intavolature per liuto. Con il tempo si modificano le tecniche di stampa (nel XVII secolo si diffonde la calcografia - l’incisione di un’intera pagina musicale su rame), si standardizzano i formati, i modi di impaginazione, gli stili di presentazione dei frontespizi e delle lettere dedicatorie, spesso in esemplari di straordinaria eleganza.
Ma non tutta la musica è uscita dai torchi dei tipografi. Una grande quantità di musica si è diffusa solo in forma manoscritta, su carte robuste e durevoli, sulle quali i pentagrammi venivano tirati a mano. Partiture, parti per strumenti e spartiti manoscritti erano utilizzati a corte, nei salotti e nelle chiese. Contenevano musica profana e sacra, vocale e strumentale, scritta da compositori e trascritta da copisti.
Con la nascita del melodramma poi, alla fine del XVI secolo, si moltiplica il fabbisogno di musica scritta, aumenta quindi anche la quantità di manoscritti e libri musicali. Diventava necessario fornire manoscritti che contenevano partiture e parti per le orchestre e i cantanti, per facilitare loro l’interpretazione. Così il copista compilava partiture d’orchestra e parti per strumenti, ma anche spartiti per sole voci. Erano invece elegantemente stampati gli “Avvisi” delle recite e dei balli nei teatri, insieme ai libretti d’opera sui quali si leggevano i versi cantati in scena ed i nomi degli esecutori.
Tra le tipologie di manoscritti musicali, non dobbiamo dimenticare gli schizzi e gli abbozzi, importantissimi per comprendere la genesi di una composizione. Lo schizzo è la prima manifestazione di un'idea musicale scritta su pentagramma, una sorta di appunto, in genere scritto con una grafia frettolosa. Non è nulla di completo, a differenza dell’abbozzo, che è un testo più definitivo, come ad esempio il primo movimento di una sinfonia o di una sonata, l’aria di un’opera ecc. Se i manoscritti sono fondamentali per la conoscenza dell’arte musicale, altrettanto importanti e affascinanti sono le lettere di musicisti inviate a colleghi, amici, mecenati ecc. Grazie allo studio di queste carte, possiamo ricostruire la nascita di tanti capolavori musicali. L’analisi delle lettere ci consente di conoscere e capire i problemi compositivi, e nel caso di un compositore d’opera, anche le idee condivise con librettisti ed editori, e i problemi, non meno intriganti, relativi al momento esecutivo che coinvolge impresari, cantanti, direttori e critici.
A proposito di melodramma, è doveroso citare in questa sede anche il “libretto d’opera”, creato con l'intento di offrire allo spettatore una guida alla rappresentazione. In passato, il libretto d'opera era considerato da taluni un prodotto editoriale effimero, realizzato di solito in piccolo formato (così piccolo da stare in una mano) e su carta di poco pregio. In realtà questa pubblicazione ha una particolare tradizione commisurata al pubblico dello spettacolo musicale, legata a esecuzioni condizionate dal tempo, dal luogo, dagli esecutori e dagli spettatori. La sua occasionalità lo rende un pezzo raro e unico, sia nel caso di prime assolute o di eventi eccezionali come matrimoni, nascite e incoronazioni di regnanti, sia nel caso di rappresentazioni successive. In molti casi il libretto d'opera è però una fonte insostituibile per risalire alla genesi di un evento teatrale, ma anche per conoscere le vicende delle maestranze e degli operatori che ricoprirono i vari ruoli nel teatro d'opera.
Pertanto i libri musicali, i manoscritti, gli autografi musicali (lettere, schizzi e abbozzi) e i libretti d’opera arrivati fino a noi, oggetto di culto per collezionisti, appassionati, musicisti e studiosi, sono testimoni importanti: ci permettono di conoscere la creazione e la circolazione delle opere, i titoli di testi mai stampati o i cui esemplari a stampa sono andati perduti, conservando così la memoria del nostro passato.
Nei cataloghi librari e in quelli d’asta della Gonnelli è sempre stata posta grande attenzione ai libri musicali, prodotti dal XII secolo in avanti, agli spartiti, alle partiture, agli autografi musicali e ai libretti d’opera, con una specifica sezione dedicata a questa tipologia di beni.
Data la particolare complessità, soprattutto dei manoscritti musicali, sono necessarie specifiche competenze in musicologia e paleografia musicale che la nostra esperta (Dr.ssa Laura Nicora) ha maturato anche nel corso degli anni attraverso lo studio di una grandissima quantità di beni, molti dei quali presentati nei nostri cataloghi di vendita. Nel corso degli ultimi 10 anni in asta sono stati venduti a collezionisti privati, a studiosi, musicisti e a biblioteche italiane e straniere opere musicali importanti, in seguito alcune delle più importanti aggiudicazioni di manoscritti e fogli musicali.