Manoscritti a inchiostro nero. 6 pagine scritte in totale. Dimensioni varie.
I conti Callori furono tra i primi benefattori dell’opera di Giovanni Bosco. La Contessa conobbe il Santo nel 1861. Contribuì con il proprio denaro alla stampa delle Letture Cattoliche, alla costruzione del Collegio di Mirabello e a un tempio a Torino dedicato alla Madonna. A lei Don Bosco chiedeva spesso un consiglio o un aiuto finanziario. Le lettere qui presentate sono la preziosa testimonianza del lungo rapporto tra il Santo e la sua benefattrice. Don Bosco racconta, tra le molte cose, dei suoi collaboratori - don Ruffino, don Alasonatti, don Cagliero – delle perquisizioni della polizia subite nel 1861 per sospette relazioni politiche con la Santa Sede, del progetto di costruire un Liceo di Filosofia, della costruzione del santuario a Maria Ausiliatrice. Molte lettere scritte da S. Giovanni Bosco sono contenute nelle Memorie biografiche di San Giovanni Bosco, iniziate nel 1916. Questo imponente corpus, oggi consultabile sul sito internet http://www.donboscoland.it, contiene anche alcune delle missive qui presentate. Lettera del 19 febbraio 1862: «pietà […] fermezza ne’ principi cattolici; disinteresse, destrezza e prudenza in cose di mondo; sono cose che ho costantemente osservate da 22 anni a questa parte. Riguardo poi al libro da stamparsi le devo confessare la mia sbadataggine; non mi ricordo più del titolo e del disegno […]. Le tre perquisizioni dell’anno scorso mi sconvolsero libri, disegni e anche un poco la testa […]». Lettera del 22 luglio 1865: «[…] Cinque sacerdoti de’ più importanti caddero ammalati. Don Ruffino ieri […] volava glorioso in paradiso, il prode Alasonatti sta per tenergli dietro, gli altri tre lasciano speranze remote di guarigione […]».