Numeri di lastra: Sinfonia 1811/1387 [secondo numero errato invece di 2387], Introduzione n. 2021, Oh tu de magi n. 2389, Ah quel giorno ognor rammento n. 2023/1821/2390, Recitativo dopo Cavatina n. 2391, Duetto Bella immago degli dei n. 1794, Bel raggio lusinghiero n. 1800/2394, Dopo la Cavatina n. 2395, Duetto Serbami ognor n. 1798/2396, Dopo il Duettino n. 2397, Finale Primo n, 2026/2398, Atto II Recitativo n, 2399, Duetto Se la vita n. 2024/2400, Coro Scena ed Aria Arsace n. 2401, Gran Rondò n. 1799/2402, Recitativo n. 2403, Aria la speranza n. 2404/2025, Recitativo n. 2405, Duetto Ebbene a te n. 1795/2406, Maestoso n. 1797/2407, Recitativo precedente il II Finale n. 2408, Preghiera n. 2130/2409, Terzetto L’usato ardir n. 1796/2410, Scena e Finale II n. 2411. In-4° (mm 340x245) oblungo. Pagine 316 numerate. Con i nomi degli interpreti della prima rappresentazione. Al frontespizio firma a inchiostro nero di Enrico La Croix, pianista accompagnatore della Casa Musicale Giovanni Canti di Milano e timbro con nome di appartenenza.
Lunga è la vicenda editoriale di Semiramide. L’opera fu rappresentata a La Fenice di Venezia nel febbraio del 1823 e il teatro, poco dopo, cedette alla Casa Musicale Artaria di Vienna “una copia dello spartito del Maestro Rossini” per crearne l’edizione per canto e piano. Ma nel frattempo Ricordi, che era riuscito a mettere le mani su alcuni materiali dell’opera, intraprese la pubblicazione dei brani più popolari. Artaria si lagnò fortemente della cosa e ne nacque una querelle che si risolse aggirando la questione: Artaria nel 1824 vendette una copia della partitura completa alla Scala (ne seguì una rappresentazione dell’opera) e in questo modo il copista del teatro (che era Giovanni Ricordi) potè pubblicarne una versione per canto e pianoforte. Pertanto Ricordi stampò una seconda serie di estratti. Poco dopo, nel 1825, approntò uno spartito dell’intera opera basandosi sugli estratti stampati in precedenza (che riportano molti errori). Successivamente, nel 1857, e ancora circa venti anni dopo, Ricordi stampò due nuove edizioni corrette dell’opera. La versione qui presentata è quella del 1825.